Lunedì 29 Aprile 2024

Candidature Pd elezioni europee, pressing su Schlein. Il nodo dei capilista

Gli eurodeputati uscenti chiedono posti sicuri. La minoranza critica le posizioni pacifiste di Tarquinio.

Roma, 30 marzo 2024 – Gli eurodeputati dem chiedono alla segretaria Pd di riconfermare come capilista alcuni degli uscenti. Molte donne del partito vivono male la candidatura della segretaria in posizione non da capolista (ovvero al terzo posto) e i casi Tarquinio (Marco, ex direttore di Avvenire) e Salis (Ilaria, detenuta in Ungheria) rendono complicata l’idea di Elly Schlein di far quadrare tutti i conti e non scontentare nessuna delle sue molteplici correnti interne. Così, mentre Carlo Calenda conferma la corsa in solitaria, quindi di non aderire alla lista di scopo che ha come maggiori azionisti +Europa e Italia viva, e a destra si attende la determinazione di Giorgia Meloni sulla corsa per Bruxelles, che – si dice – verrà annunciata all’ultimo momento utile, la scacchiera che ha in mente Schlein fatica a comporsi.

Marco Tarquinio
Marco Tarquinio
Approfondisci:

Letizia Moratti: “Il centrodestra è coeso. Ma nessuna alleanza Ue con l’estrema destra”

Letizia Moratti: “Il centrodestra è coeso. Ma nessuna alleanza Ue con l’estrema destra”

La segretaria Pd pensa a candidate civiche come capolista, poi un uomo al secondo posto (per l’alternanza di genere) e lei al terzo. Il tutto da chiudere entro il 15 aprile per consentire ai candidati di avviare per tempo la campagna. Ieri, dopo l’incontro che ha probabilmente sciolto il nodo sulla candidatura di Stefano Bonaccini nel Nord Est (potrebbe essere annunciata martedì), l’ultimo schema al Nazareno vede una possibile Schlein capolista nelle Isole e al Centro, Bonaccini a Nord-Est, Cecilia Strada a Nord-Ovest e Lucia Annunziata al Sud. Ma restano altri nodi. Come appunto Marco Tarquinio, dato in corsa al Centro. Tarquinio si è sempre dichiarato contrario all’invio di armi a Kiev, come pure Cecilia Strada, e questo – per la minoranza dem – potrebbe incrinare la postura che il Pd ha tenuto fin qui sul conflitto in Ucraina e sulla crisi in Medio Oriente, e rappresenterebbe un altro colpo per spostare l’asse internazionale verso il pacifismo a oltranza che preoccupa i riformisti.

Tarquinio, d’altra parte, è stato accostato anche al M5s. Ieri ha confermato di aver ricevuto "diverse proposte, ma ne sto considerando una sola", appunto quella dem. Nelle intenzioni di Schlein la sua candidatura risponderebbe alla doppia esigenza di dare un segnale al mondo cattolico e al movimento per la pace, rinsaldando i legami con i primi e allargando il consenso tra i secondi. A sostegno di Tarquinio sono scesi in campo esponenti di spicco del Pd come Andrea Orlando, Goffredo Bettini e Nicola Zingaretti.

E poi c’è la questione Ilaria Salis. Una sua elezione a Bruxelles la porterebbe fuori dal carcere (avrebbe l’immunità), almeno fino a un’eventuale condanna definitiva, e questa mossa viene vista come un possibile ‘scacco’ al governo sotto molteplici aspetti, ma le perplessità riguardano la possibilità di entrare a gamba tesa su una tessitura diplomatica in corso sul caso. Che, comunque, sarà risolto subito dopo Pasqua.