Lunedì 29 Aprile 2024

Emilia Romagna, Bonaccini tiene aperta la porta. "I grillini perdono un’occasione"

Il governatore emiliano: vincerò anche se il loro candidato è in campo da solo, ma potevamo collaborare

Stefano Bonaccini, 52 anni, modenese, presidente della Regione dal 2014 (Dire)

Stefano Bonaccini, 52 anni, modenese, presidente della Regione dal 2014 (Dire)

Bologna, 23 novembre 2019 - Fosse dipeso da lui, sarebbe forse finita in modo diverso. Ma i Cinque stelle hanno scelto di correre da soli alle regionali emiliano-romagnole del 26 gennaio. Stefano Bonaccini – governatore Pd uscente e ricandidato – ne prende atto e professa ottimismo. «Non credo che la cosa mi danneggerà. Anzi, il contrario. N elle persone che incontro ogni giorno cresce la voglia di esserci per un’Emilia-Romagna che vuole guardare avanti e non ripiegarsi su se stessa».

Si parlava di una possibile alleanza dem-grillini. «Non ho mai pensato a un’alleanza per battere l’avversario, ma a un confronto sui programmi basato su cose che in questi mesi abbiamo condiviso: ambiente, strategia plastic free , politiche sociali, diritti delle persone. Ero e resto disponibile a discutere, ma davvero non rincorro nessuno».

Crede sia ancora possibile uno scenario diverso? «Non mi permetto di discutere il modo in cui i 5 Stelle debbano o meno stare in campo. La nostra proposta e quella della destra sono molto diverse e distanti, credo che i 5 Stelle potrebbero far pesare le proprie idee e i loro progetti su alcune questioni rilevanti».

Insomma, li invita ad assumersi le loro responsabilità. «Per la prima volta potrebbero puntare a governare una regione importante come l’Emilia-Romagna, dove sono nati. Oggi invece rischiano molto concretamente di rimanere tagliati fuori da ogni possibile governo regionale. Vedo spazi di collaborazione che sta a loro decidere di cogliere o meno. Lo dico con rispetto, senza alcuna spocchia».

Chi la appoggerà? «Un centrosinistra aperto e largo, insieme a tante esperienze civiche nate e cresciute nel territorio. Così come è importante che tante figure moderate abbiano abbandonato una destra sempre più sovranista e muscolare, che di moderato non ha più nulla».

I renziani saranno al suo fianco senza riserve? «Di fronte a lacerazioni importanti a livello nazionale, proprio il rapporto positivo che c’è qui in Emilia-Romagna con Italia Viva può essere un modo concreto di riavvicinare le persone e le posizioni. Non ho alcun dubbio sul loro sostegno».

Lei si dice ottimista. Ma la spinta della Lega è, anche qui, molto forte. «Il vento populista e sovranista che investe più in generale l’Europa non si ferma al Po. Non sottovaluto i nostri avversari, non prendo sottogamba nessuna delle inquietudini e delle paure che la nostra gente esprime. Ma dobbiamo dare una risposta diversa e migliore a questi bisogni e a queste inquietudini. Non si tratta di una professione di ottimismo, ma di un progetto di governo che rimetta al centro la coesione e lo sviluppo.

Quale sarà la priorità di un eventuale secondo mandato? «Tagliare i tempi di alcuni interventi chirurgici programmati e quelli di permanenza nei pronto soccorso, dove vogliamo anche comfort migliori. Cinque anni fa mi ero assunto l’impegno di tagliare drasticamente le liste d’attesa per visite ed esami e oggi, circa nel 98% dei casi, stiamo effettivamente nei 30 e 60 giorni previsti. Lavoriamo per migliorare ancora, ma siamo orgogliosi della sanità regionale».

Altri punti di programma? «Azzerare le liste d’attesa e le rette dei nidi: a settembre abbiamo fatto un primo passo importante, ma dal 2021, con la prossima programmazione dei fondi europei, vogliamo che l’Emilia-Romagna diventi la prima regione che assicura a tutti i bambini e a tutte le bambine il pieno accesso ai servizi educativi. E poi vogliamo condividere una strategia per la sostenibilità ambientale e sociale con tutte le rappresentanze sociali ed istituzionali, attraverso un nuovo Patto per il Lavoro».