Roma, 25 marzo 2024 - E’ bufera a Bari dopo il caso (ultimo in ordine cronologico) della foto del sindaco Decaro con due parenti del boss Capriati e le parole del governatore Emiliano secondo il quale il primo cittadino si sarebbe recato – 30 anni fa – a casa di una sorella del boss.
Oggi a Bari arriva la Commissione nominata dal Viminale che dovrà esaminare le presunte infiltrazioni mafiose all'interno dell'amministrazione comunale.
Lo scontro politico è più che mai acceso e mentre il centrodestra va all’attacco e chiede a gran voce lo scioglimento del Comune, le opposizioni contestano duramente il governo e fanno quadrato attorno al primo cittadino del capoluogo pugliese, nonché presidente dell'Anci (l'associazione che rappresenta i sindaci).

Nello scontro politico interviene anche la premier Meloni, che sottolinea la correttezza dell'operato del ministro Piantedosi: "Penso che le accuse rivolte a Piantedosi siano francamente vergognose”. E aggiunge: “L'accesso ispettivo che è stato disposto dal ministero dell'Interno non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento: è una verifica che va fatta”, e “la stessa misura sarebbe stata utilizzata nei confronti di qualsiasi altro comune”. Nessun "utilizzo politico” e “nessuna forzatura”, assicura la premier.
Una precisazione in tal senso arriva anche dal sottosegretario all'Interno, Wanda Ferro: "Il Viminale ha disposto una commissione di accesso al comune di Bari sulla base delle informazioni emerse nell'ambito di una indagine che ha portato all'arresto di 130 persone e al commissariamento per mafia della azienda municipalizzata dei trasporti. Come assicurato per le vie brevi dal ministro Piantedosi al sindaco Decaro, e come comunicato formalmente con una nota del ministero dell'Interno, la commissione non ha l'obiettivo predeterminato di sciogliere il Comune, ma è finalizzata ad accertare eventuali infiltrazioni, in particolare per quanto riguarda la partecipata. E questo è un interesse che dovrebbe stare a cuore a tutti, soprattutto alla classe politica del territorio. La decisione di nominare la commissione peraltro è stata presa sulla base di norme vigenti da decenni ed è in linea con precedenti analoghi. In proposito, va ricordato che dal 2016 sono state nominate 137 commissioni di accesso in altrettanti comuni".