Lunedì 6 Maggio 2024

Avviso di sfratto e attacco social. Faida M5S, Di Maio nel mirino

In Rete impazza l’hashtag anti-ministro, Conte non commenta. E si rincorrono voci di sanzioni disciplinari

Luigi Di Maio (35 anni), ministro degli Esteri, è stato capo politico del M5s

Luigi Di Maio (35 anni), ministro degli Esteri, è stato capo politico del M5s

Volano gli stracci nel Movimento 5 stelle dopo l’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella, e le scorie proprio non si depositano. Non solo – attraverso la rete degli iscritti –, i contiani ventilano la richiesta di espulsione di Luigi Di Maio. Ipotesi sulla quale in molti restano a bocca aperta e sulla quale fonti del M5s assicurano che Beppe Grillo si metterebbe di traverso. Ma spuntano anche nuovi retroscena. Intanto, trapela che, dopo l’ultima assemblea congiunta di domenica 23 gennaio, il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, avrebbe ammonito le voci in dissenso attraverso messaggi WhatsApp come "non me lo dimentico e ne tengo conto".

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Una minaccia condita da avviso di sfratto, si apprende dalla galassia pentastellata, frastornata dalla sequela di messaggi social nei quali si invita a buttare fuori dal Movimento Luigi Di Maio. Tanti, però, i fake, si sottolinea, da chi, osservatore attento della rete, fa capire che si tratta di una chiara operazione di bombing dagli account che sostengono da tempo Conte e l’outsider Alessandro Di Battista; con la curiosità che alcuni tweet (125, viene riferito) sono stranieri, visto che arrivano dagli Usa. Infatti, se l’hastag #DiMaioOut è tra le tendenze, "è stato utilizzato solo da 289 profili. I primi dieci account per numero di tweet sono fake e generalmente sostengono le posizioni di Di Battista e Conte. Si tratta dunque di una chiara operazione di tweet bombing contro Di Maio" è l’analisi di Pietro Raffa, esperto di comunicazione social e ad della MR & Associati Comunicazione, "non c’è niente di spontaneo".

Nell’inner circle di Di Maio, però, ora vogliono vederci chiaro: "Stiamo facendo le opportune verifiche per capire da dove parte la campagna di tweet-bombing", dicono, e di fronte alla possibilità che si tratti di fuoco amico aggiungono: "Speriamo di no, sarebbe molto grave". Il capo della Farnesina incassa la solidarietà di molti parlamentari: dai deputati Luigi Iovino e Francesco D’Uva al sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, passando per il capo delegazione M5s al Parlamento Ue Beghin. Ma non solo. Anche esponenti di altri partiti – come il ministro forzista della Pa Renato Brunetta, la capogruppo di Iv alla Camera Maria Elena Boschi e il senatore del Pd Andrea Marcucci, che vuole allearsi con lui e non con l’ala di Conte – esprimono la loro vicinanza. "In questo modo – osservano fonti dimaiane – Luigi ha fatto capire ancora una volta il suo peso, è una dimostrazione di forza nei confronti di Conte".

Il leader pentastellato non commenta il caso #DiMaioOut. A ora di pranzo riceve nella sua abitazione romana il capogruppo alla Camera, Davide Crippa, alle prese con l’arduo compito di ricomporre la frattura tra l’ex premier e il ministro. "La dialettica, anche quella accesa, è fondamentale nella vita di un movimento politico, ma ora è giusto superare tutto, dialogare per chiarirsi e guardare oltre", dice il presidente dei deputati pentastellati.

Ma i duellanti non sembrano disposti a indietreggiare. "Arriverà il tempo della resa dei conti", promettono i contiani e si rincorrono con sempre più insistenza le voci di possibili sanzioni disciplinari nei confronti di Di Maio, che siede nel Comitato di garanzia grillino. Sulla graticola finisce anche tutto lo staff che Giuseppe Conte ha costruito indicando i suoi cinque vicepresidenti: secondo alcuni ci sarebbero già velate ‘minacce’ riguardo alle ricandidature. E, come non bastasse, dal basso sale e si condivide fra gli eletti la richiesta di chiarimenti: una assemblea congiunta dei parlamentari va bene, dicono in tanti, ma il chiarimento interno non può essere un dossier da sbrigare in poco tempo, magari con un discorso del presidente e pochi interventi: è necessario chiarire, sapere, conoscere e, soprattutto, poter intervenire. E per farlo serve, almeno, una intera giornata. Una seduta di autocoscienza collettiva che rischia di aggiungere guai a guai, divisioni a divisioni, rotture a rotture.