Giovedì 25 Aprile 2024

Patto per Napoli, Manfredi: “Richiede alla città uno sforzo, evitiamo fallimento” / VIDEO

Il sindaco annuncia che "non ci saranno aumenti delle tasse per il 2022". Stretta sulla riscossione "chi deve pagare deve pagare, altrimenti pagano sempre i soliti"

Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi

Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi

Napoli, 21 gennaio 2022 - "Il Governo ci dà un miliardo e 300 milioni di euro a fondo perduto che rappresenta davvero la salvezza della città che oggi è praticamente in dissesto", così il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, a margine del consiglio comunale monotematico sul Patto per Napoli.

Il primo cittadino ha spiegato che l'intervento governativo, straordinario, richiede alla città "uno sforzo sotto vari aspetti: in primo luogo la riscossione perché abbiamo la riscossione più bassa d'Italia con solo il 27% delle tasse riscosse e abbiamo il debito pro capite più alto d'Italia. Il Governo - ha aggiunto Manfredi - ci chiede un impegno sulla riscossione e sulla valorizzazione del patrimonio che, negli ultimi anni, ha dato esiti veramente molto negativi, tra i 20 e i 30 milioni l'anno, quindi, una cifra assolutamente irrisoria".

Secondo il sindaco occorre "lavorare, in primo luogo, su una base informatica affidabile che oggi non c'è". "Utilizzando le tecnologie e, con l'aiuto della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle Entrate del territorio, incroceremo le banche dati e questo ci consentirà di far emergere tanta elusione della base imponibile dal momento che c'è chi non è proprio registrato e chi è registrato, ma non paga".

"Poi - ha detto ancora - c'è il problema della riscossione, sia ordinaria, ma soprattutto delle somme non riscosse. Oggi, purtroppo, anche gli avvisi di pagamento vengono mandati in ritardo. In alcuni casi siamo fermi al 2015, quindi, se non si mandano gli avvisi di riscossione, tutte le tasse vanno in prescrizione. Credo che in una città normale chi deve pagare, deve pagare, altrimenti pagano sempre i soliti noti e questo è assolutamente ingiusto. Poi, ovviamente, dobbiamo stare sempre attenti alla clausola sociale perché ci sono persone che hanno difficoltà e devono essere sempre tutelate", ha concluso Manfredi.

Patto per Napoli cosa prevede

Il Patto per Napoli, firmato il 26 ottobre 2016 dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Sindaco metropolitano, è un programma di investimenti dal valore di 311 milioni di Euro, finanziato con risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014 - 2020 assegnate con delibera CIPE n. 26 del 10 agosto 2016. Il comune di Napoli attuerà su mandato della Città Metropolitana gli interventi inseriti nell'accordo destinati alla riqualificazione del territorio e al rafforzamento dei sistemi di trasporto urbani. L'orizzonte temporale massimo per la realizzazione degli interventi è di 7 anni.

Nessuna aumento delle tasse nel 2022

"Nel 2022 non ci sarà alcun aumento delle tasse" prosegue Manfredi, a margine del consiglio comunale monotematico sul Patto per Napoli. "Stiamo facendo un lavoro molto complesso e molto sofisticato, che stiamo portando avanti e che porteremo avanti anche con il supporto del Mef e della Guardia di finanza perché dobbiamo mettere in chiaro la situazione dei conti del Comune cioè dobbiamo rimettere in pulito tutto quello che è successo negli ultimi anni", ha aggiunto il primo cittadino. Manfredi ha anche annunciato che "non ci sarà all'aumento dei canoni Erp per gli alloggi popolari".

"Anzi, nell'ambito di questo programma di valorizzazione, l'obiettivo è trasformare i nostri tanti inquilini in tanti proprietari. Penso che – ha proseguito - il diritto alla casa e il lavoro sulla casa siano una delle grandi sfida di Napoli".  Il sindaco ha poi spiegato che l'Amministrazione comunale sta valutando "di intervenire sulle tasse aeroportuali ed, eventualmente, su un aumento dell'aliquota Irpef che è dell'ordine dello 0,1-0,2%, solamente per le fasce alte, quindi, un esborso che significa poche decine di migliaia di euro all'anno per coloro che hanno redditi alti. Questo, però, rientra in un'analisi più articolata che dobbiamo fare in relazione al piano di rientro che, ribadisco, è il salvataggio della città perché altrimenti il dissesto sarebbe il fallimento della città, lo smantellamento delle partecipate, il non pagamento dei debiti commerciali, quindi sarebbe il collasso finanziario di Napoli", ha concluso l'ex ministro dell'Università.