Venerdì 3 Maggio 2024

Tutti in divisa

Il macro trend che più amiamo dell'autunno: in questi tempi di incertezze, le “uniformi” garantiscono un certo senso di stabilità, comfort e bisogno di concentrazione

Sarah Snook nel ruolo di Shiv Roy nella serie tv Succession

Sarah Snook nel ruolo di Shiv Roy nella serie tv Succession

Ogni cassetto contiene dozzine di magliette, maglioni e calzini identici; ogni gruccia sfoggia un identico abito blu o un'identica camicia bianca. Chiunque abbia mai indossato un’uniforme “prescritta” – a scuola, al lavoro, per praticare uno sport o come parte di una cerimonia – sa che ha i suoi vantaggi. Previene l’affaticamento decisionale, liberando così spazio nella mente per faccende più importanti. Elimina, inoltre, ogni dubbio sull’adeguatezza di ciò che si indossa all’ambiente e soprattutto lascia la sicurezza di sé in una sorta di comfort zone. Chiunque abbia fatto un giro per negozi di abbigliamento femminile in questi giorni avrà notato una varietà di cravatte da donna, (simbolo indiscusso del potere maschile che è diventato, nelle abilissime mani del designer romano Pier Paolo Piccioli l’emblema di una nuova e potente femminilità da Valentino per questa stagione), di tailleur pantalone e, soprattutto, di gonne a pieghe che rimandano immediatamente agli anni della scuola. Probabilmente la moda ci sta raccontando che in questi tempi di incertezze, le “uniformi” garantiscono un certo senso di stabilità, comfort e bisogno di concentrazione. Adottando un’uniforme quotidiana, di fatto, semplifichiamo il nostro processo decisionale, concentrandoci nuovamente sul lavoro da svolgere e aumentando, si potrebbe dire, le nostre possibilità di successo.

Uniformi che raccontano qual è il proprio posto nel mondo

Da sempre le uniformi sono una forma di abbreviazione dell'identità: sai che un medico è un medico per via del camice bianco che indossa, per esempio. Celebri personaggi hanno lasciato un'impronta anche grazie alle uniformi che indossavano, si pensi a Karl Lagerfeld, nel suo austero bianco e nero (possedeva 1.000 versioni della stessa camicia bianca dal colletto alto che indossava con una giacca nera su misura e occhiali da sole neri); o Hillary Clinton, i cui tailleur pantalone hanno suscitato una sincera ammirazione. O, ancora, nella Silicon Valley, l’iconico dolcevita di Steve Jobs ha ispirato una serie di imitatori. Pensiamo, ancora, a Sarah Snook nei panni della stilosissima Shiv Roy, la fredda e irrequieta figlia di Logan Roy in Succession (da noi in onda su Sky e in streaming su NOW, ndt). I suoi perfetti e sciancratissimi tailleur écru sono delle uniformi e sono espressione della statura del personaggio. Facendo affidamento su una forte rotazione di abiti di The Row e Max Mara, dolcevita di H&M e cappotti di Ralph Lauren, gli abiti di Roy con la sua dignitosa uniforme quotidiana di taglio classico e frizzante lotta per essere presa sul serio dalla sua famiglia. I suoi vestiti sussurrano, anziché gridare. Ed è questo l'effetto delle uniformi. Uniformi che raccontano personalità, dunque, ma che dall'altra parte stabiliscono anche un senso di appartenenza. Secondo la storica della moda Kate Strasdin, le divise furono introdotte nelle scuole del Regno Unito già nel XVI secolo, quando scuole di beneficenza, come la Christ's Hospital di Londra, crearono una gamma di indumenti per i loro alunni come indicazione del loro posto nel mondo. Dopo l'approvazione della legge sull'istruzione elementare nel 1870, le scuole di tutto il Paese implementarono le uniformi. Secondo Shakaila Forbes-Bell, psicologa della moda e autrice di “Big Dress Energy”, del resto, le uniformi aiutano chi le indossa a sentirsi parte di un collettivo.

Trend e “nuove” uniformi

Di fatto oggi l'uniforme si è ritagliata un suo ampio spazio nella scena della moda, e alcuni marchi di abbigliamento affinano di anno in anno un'estetica snella e identificabile. Dopo il caleidoscopio di paillettes, pelle, piume e colori esplosi nelle strade subito dopo la Pandemia, oggi la moda, con il suo inno al quiet luxury ma non solo, ci racconta il bisogno di ritrovare l'equilibrio e l'agio delle uniformi, con quella loro semplice, desiderabile eleganza. Si torna a volere abiti belli e ben fatti, curati al massimo e che si oppongono alla caducità dei trend. Un tailleur pantaloni o gonna midi a pieghe saranno allora i capi a cui non solo non potremo rinunciare, ma che ameremo vedere nel nostro guardaroba in più versioni e indossare in più occasioni in modo così versatile da non desiderare altro. La nuova divisa si compone, dunque, di palette monocrome e tailoring di qualità, tagli impeccabili e silhouette sottrattive, un trend che di fatto ne raccoglie in sé altri, come la pelle, pressoché onnipresente e dalle declinazioni sfaccettate e materiale d’elezione per questa stagione, o la gonna a ruota e a pieghe, reminiscenza anni Cinquanta, l'accostamento bianco e nero, il total white, i blazer con le spalle marcate che fa un po' business woman, la stampa check su cappotti, maxi blazer e tailleur in omaggio ad un’eleganza britannica,

A ognuno la propria divisa

La sfida allora è ri-trovare o trovare ex novo l'uniforme che risponde di più alla nostra personalità, abiti che riteniamo definiscano chi siamo, o almeno chi vogliamo essere. Trovarla e indossarla aumenterà sicuramente il nostro benessere psicologico e migliorerà anche le nostre prestazioni nei compiti. Del resto i vestiti sono uno strumento con cui ci presentiamo al mondo e indossandoli ci facciamo portatori dei significati che attribuiamo a determinati outfit, esattamente come accade per il personaggio di Shiv di Succession.