Mercoledì 24 Aprile 2024

Il calo delle “taglie forti” nelle sfilate autunno inverno 2023-2024

Da New York a Milano pochissime le taglie plus che hanno sfilato per il prossimo autunno: un passo indietro nell'inclusività?

Una modella "curvy" in passerella

Una modella "curvy" in passerella

E' tutto un gran discutere sui social, e ben oltre, di accettazione di sé, amore per tutti i corpi, inclusività, battaglie contro il body-shaming, eppure sulle passerelle delle sfilate per il prossimo autunno inverno meno del 5% delle modelle che hanno sfilato nelle “Quattro Grandi” capitali della moda era di taglia forte. I dati di Vogue Business raccolti durante il mese delle sfilate parlano chiaro: su 9.137 look in 219 sfilate, a New York, Londra, Milano e Parigi, solo lo 0,6% era plus size (US 14+, la nostra 50) e il 3,8% era mid-size (US 6-12, le nostre 42-48). Ciò significa che il 95,6% dei look presentati per l'autunno/inverno 2023 era in taglia US 0-4 (la nostra 40). Un passo indietro rispetto allo scorso inverno, il 2022, che aveva registrato 103 presenze plus size durante il mese della moda (ovvero il 2,34% dei casting totali). Cosa è accaduto? L'inclusività rispetto alle taglie forti è stato solo uno dei tanti trend passeggeri?

Torna in auge il paradigma della magrezza?

«Alcune ragazze sono più grandi di altre» scriveva in un post lo scorso autunno la modella plus-size Paloma Elsesser, citando gli Smiths, concludendo una stagione di sfilate che aveva finalmente spalancato le porte alle forme morbide e abbondanti. Allora come mai, nonostante il fatto che il mercato globale delle taglie forti dovrebbe raggiungere un valore di $ 288 miliardi quest'anno, secondo Future Market Insights, sulle passerelle sembra tornato in auge il paradigma della magrezza, confermato dal fatto che la gran parte dei pochi corpi morbidi che si sono visti sfilare erano avvolti in abiti oversize quasi a nascondere la forma? Un'altra domanda, allora, sorge spontanea: sulle passerelle sfila il riflesso dei tempi o, al contrario, si impongono nuovi paradigmi? Perché da un lato c'è una gran fetta di consumatori sotto rappresentata, dall'altra, più in generale, idealmente dovrebbero sfilare abiti in cui le donne, tutte le donne, possano “sentirsi” bene, perché è questa esperienza di benessere con se stesse che la moda dovrebbe essere in grado di concedere.

I talenti emergenti della moda a portano avanti l'inclusività delle dimensioni con più determinazione rispetto ai “grandi nomi”

Nonostante il palese dietrofrónt in quest'ultima stagione, resta che nell'ultimo decennio il movimento verso l'inclusività delle taglie forti nella moda è comunque cresciuto. Ci sono le modelle curvy come Ashley Graham, Paloma Elsesser, Jill Kortleve e Alva Claire che sono diventate nomi familiari, e marchi come Versace che hanno presentato per la prima volta in passerella modelli plus size nel 2021 o Dolce & Gabbana ed Erdem che hanno ampliato le loro gamme di taglie. E anche lo stop di questo cambiamento registrato sull'autunno inverno 2023-24 ha fortunatamente le sue eccezioni. La collezione autunno/inverno 2023 di Gucci, per esempio, verrà prodotta nelle taglie dalla 40 alla 54 e la collezione autunno/inverno 2023 di Chanel sarà venduta fino alla L, sebbene in nessuno dei due show sia stata presentata la gamma di taglie ampliata al di sopra di una 48. La promessa di un reale cambiamento di paradigma a favore delle taglie over arriva con maggiore determinazione dai talenti emergenti della moda, che stanno portando avanti l'inclusività delle dimensioni con più coerenza rispetto ai principali e celebri attori del settore. Questi ultimi hanno incluso sì un numero superiore di modelli di taglia media, ma con pochissime rappresentazioni di taglie plus. In testa alla classifica di rappresentanza di taglie forti invece, in questa stagione, si piazza Londra, con le designer emergenti Karoline Vitto e Sinéad O'Dwyer che hanno presentato rispettivamente il 100% e il 90,5% di look di taglia media e plus. Più in generale i marchi con la più alta percentuale di modelle plus size (US 14, la nostra 50) sono stati Sinéad O'Dwyer, Ester Manas, Karoline Vitto, Di Petsa e Bach Mai. Dunque ci sono dei progressi, ma non è abbastanza. Bisognerebbe premere sull'acceleratore e andare avanti, piuttosto che invertire il senso di marcia. I corpi non dovrebbero mai essere un trend, per questo aspiriamo ad ammirare sulle passerelle la complessità e la varietà del corpo femminile.