Preoccupati dalle implicazioni sociali dell'industria del fast fashion, informati sull’abbigliamento sostenibile e sulle politiche ambientali ma non troppo attenti a questi temi quando è il momento di comprare vestiti e accessori. È questo il quadro che emerge da una ricerca della Sheffield Hallam University, da cui capiamo che la generazione Z che è attenta alla moda sostenibile ma la dimentica quando fa shopping. Fast fashion ed ecosostenibilità Per dimostrare il “divario” che c’è tra le buone intenzioni della Generazione Z - i ragazzi nati tra il 1997 e il 2012 - i ricercatori britannici hanno svelato subito un dato molto emblematico: "nove ragazzi su dieci intervistati hanno acquistato fast fashion e solo uno su sei è riuscito a nominare un marchio che producesse abbigliamento sostenibile". Una generazione che, anche attraverso i social network, conosce molto bene il tema della sostenibilità della moda, se è vero che il “63% degli intervistati si ritiene preoccupato per le implicazioni sociali dell'industria del fast fashion e il 48% per le sue implicazioni ambientali”. Con solo “il 3% dei partecipanti che si ha dichiarato di non essere affatto preoccupato per le sue implicazioni sociali o ambientali”. Poca attenzione sugli acquisti Il rovescio della medaglia arriva quando i ricercatori spiegano poi quali sono i comportamenti dei ragazzi quando si tratta di trasformare in azioni concrete il loro interesse per la moda sostenibile. I dati svelati nell’intervista sono molto chiari: il 17% dei partecipanti ha ammesso di fare acquisti in un rivenditore di fast fashion ogni settimana, il 62% mensile e l'11% annuale e solo il 10% afferma di non aver mai acquistato da un rivenditore di fast fashion. Meno della metà degli intervistati, il 43%, ha dichiarato infine di aver considerato dove e come sono stati fatti i loro vestiti prima di acquistarli. Le differenze tra donne e uomini All’interno della Generazione Z chi sembra più attento ai temi sostenibili della moda sono le donne. Le ragazze intervistate hanno dichiarato di sostenere il fashion solidale affermando di “essere disposte a pagare di più o addirittura a boicottare i marchi non etici. Tutte le donne hanno dichiarato che sarebbero state disposte a pagare di più per l'abbigliamento sostenibile, mentre i maschi non lo erano". Gli uomini, inoltre, hanno dimostrato una mancanza di preoccupazione e conoscenza sulla moda sostenibile, ma – chiosano i ricercatori - le loro abitudini di acquisto erano considerevolmente più sostenibili delle donne.