Al Castello di Casale Monferrato la mostra di Maria Vittoria Backhaus

La passione per la fotografia, nata sfogliando gli album di famiglia, si trasforma in racconto di vita dove la tecnica lascia spazio a meraviglia e stupore

Uno scatto di Maria Vittoria Backhaus

Uno scatto di Maria Vittoria Backhaus

Moda, storia, costume: è un emozionante viaggio tra le pieghe del tempo la mostra “Maria Vittoria Backhaus - I miei racconti di fotografia oltre la moda” che accompagna i visitatori dagli anni Settanta ai giorni nostri. Un percorso che si muove in una girandola di bianco e nero e di colore, una caleidoscopica galleria di immagini immersa nelle Sale Chagall del Castello di Casale Monferrato. L’esposizione, a cura di Luciano Bobba e Angelo Ferrillo, con la direzione artistica di Mariateresa Cerretelli, è stata inaugurata per la prima stagione del Middle MonFest (l’anno d’intermezzo della Biennale di Fotografia di Casale Monferrato) lo scorso 31 marzo e sarà aperta fino all’11 giugno.

Maria Vittoria Backhaus tra moda, design, reportage e still-life

Formatasi all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove studia scenografia, Maria Vittoria Backhaus muove i suoi primi passi come fotoreporter per il settimanale “Tempo”. Eventi culturali, politici e musicali sono il suo banco di prova ma all’epoca, siamo negli anni Settanta, per una donna non è così semplice farsi largo in un mondo prettamente maschile. Dagli anni Ottanta l’artista sposta la sua attenzione su moda e design, collaborando con “L’Uomo Vogue” e “Casa Vogue” e specializzandosi nello still-life. Nel 2021 riceve il premio alla carriera Arturo Ghergo e trasferisce la sua casa e il suo studio nel Monferrato.

Dal bianco e nero al colore, è la vita a essere protagonista

Milanese di nascita e piemontese d'adozione, Maria Vittoria Backhaus è sempre stata un passo avanti rispetto all’impostazione classica delle immagini proposte nelle riviste patinate e nelle campagne pubblicitarie. Uno spirito rivoluzionario, che il percorso espositivo non manca di sottolineare. «Mi è sempre interessato soprattutto il contesto in cui le persone vivono - ha raccontato la fotografa in un’intervista al magazine digitale “Il Fotografo” - non è il vestito il centro della mia attenzione, ma il contesto. Io sono una ritrattista che non fa ritratti». Nel fluire delle immagini, specchio di un’iconografia senza confini, si esalta anche lo studio e l’utilizzo di diverse macchine fotografiche. «Ho lavorato con tutti i formati possibili delle macchine fotografiche analogiche, dal formato Leica ai grandi formati con il soffietto sotto il panno nero 20 x 25. Stavano tutte in un grande armadio nel mio studio. Mi piacevano anche come oggetti, così le ho anche ritratte. Ho dovuto imparare tutte le diverse tecniche per poterle usare, acquisite ma dimenticate al momento dello scatto per concentrarmi sul racconto della fotografia».

I temi del racconto tra visione, creatività e metodo

Le immagini si susseguono svelando l’anima dell’artista. Il racconto si muove agilmente su diversi piani, quasi a dimostrare, se ce ne fosse bisogno, l’ecletticità di Maria Vittoria. Dalla moda agli accessori, dagli scatti still-life al design, dalla natura alle statuine, dai collages alle composizioni scenografiche costruite con miniature di edifici e pupazzetti, dai reportage ai ritratti: la mostra svela tutte le emozioni di quarant’anni di fotografia. C’è spazio anche per i racconti dedicati, tra i quali spiccano quelli sugli abitanti di Filicudi, l’isola molto amata dalla fotografa e, più di recente, Rocchetta Tanaro e la sua gente monferrina.

Gli orari della mostra Sabato, domenica e festivi: ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00. Per i giorni feriali è richiesta la prenotazione.