Mercoledì 8 Maggio 2024

"Western sulla crisi del maschio" “Django“ in tv firmato Comencini

"È vero, nel mio Django c’è una saga familiare che manifesta un’evidente crisi dei codici della virilità attraverso il genere che più li ha fissati. Ho adorato anche che l’antagonista, Elizabeth, sia una donna che, paradossalmente, è una guardiana del patriarcato": così Francesca Comencini racconta Django (serie tv in dieci puntate su Sky nel 2023) che guarda in chiave contemporanea all’omonimo classico western di Sergio Corbucci.

Siamo in Texas, fine 1800. Qui Django (Matthias Schoenaerts) è un cowboy tutto d’un pezzo alla ricerca della figlia che ha perduto anni prima. Seguendo le sue tracce arriva a New Babylon; qui Django scopre che sua figlia Sarah (Lisa Vicari, nella foto) è viva, ha vent’anni, e sta per sposare John Ellis (Nicholas Pinnock), il fondatore di New Babylon. Si scoprirà però che Sarah non è affatto contenta di aver ritrovato il padre perché lo ritiene responsabile della morte della loro famiglia, trucidata molti anni prima e vuole che Django se ne vada.

Girati in inglese, i primi quattro episodi sono diretti da Francesca Comencini, anche direttrice artistica della serie. Gli altri episodi sono diretti da David Evans (Downton Abbey) e da Enrico Maria Artale (Romulus). "Una regista donna che dirige un western – dice Comencini – può essere considerato un fatto politico. In fondo film come Giù la testa e Mucchio selvaggio sono film politici che raccontano la sensibilità dell’epoca. Anche noi abbiamo cercato in qualche mondo di raccontare un’epoca. È un western in cui si parla di crisi maschile, un modo per dire che non ci sono generi destinati a un solo sesso".

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