Lunedì 20 Maggio 2024

Il foraging, l’arte di raccogliere le erbe e frutti commestibili

La pratica antica presuppone una profonda e corretta conoscenza della natura selvatica

Il foraging, l’arte di raccogliere erbe e frutti commestibili - Crediti iStock Photo

Il foraging, l’arte di raccogliere erbe e frutti commestibili - Crediti iStock Photo

Dopo la pandemia e i periodi di lockdown le persone hanno riscoperto il piacere del contatto con la natura declinato in molti modi diversi. Già da qualche tempo è stato ripreso e rivalutato il foraging, ossia la raccolta di erbe e frutti selvatici che avviene non casualmente, ma in modo consapevole. Si tratta di una pratica antica, che va fatta da chi è davvero un esperto o un’esperta del settore e conosce bene caratteristiche, proprietà, benefici ed eventuali rischi e pericoli degli elementi vegetali. Nel mondo occidentale il foraging è stato riportato alla ribalta anche da famosi chef che arricchiscono le loro creazioni a partire da un tocco green, scelto direttamente da loro in mezzo al verde. Il rito ha origini ancestrali ed è tuttora presente, come metodo sistematico e quotidiano, in culture come quelle degli Tsimane in Amazzonia e degli Hadza in Tanzania. Ma è ritenuto pure uno dei principali trend alimentari del futuro, ecologico e sostenibile.

Dove e come farlo

Il foraging può essere svolto in qualunque contesto naturale all’aria aperta: sui monti, tra i boschi, in mezzo a prati e campi, lungo fiumi e rive del mare. Basta si tratti di zone incontaminate lontane dallo smog e dai rumori tipici delle città e delle metropoli. La raccolta non si limita a frutti e bacche, ma è estesa anche a foglie, radici, fiori, fusti, germogli, tuberi e bulbi che possono essere altrettanto commestibili. A parte una buona conoscenza della natura e, possibilmente, una guida o un esperto a cui far riferimento per ogni dubbio, bastano il giusto abbigliamento e una minima attrezzatura: pantaloni lunghi e stivali da pioggia per proteggersi da rovi e insetti, guanti da giardinaggio soprattutto per piante urticanti e spinose, buste di carta e sacchetti biodegradabili facilmente richiudibili e possibilmente trasparenti. Raccogliere erbe, bacche e quant’altro, con attenzione e prudenza, permette di coinvolgere anche i più piccoli ed educarli al rispetto e al rapporto con la natura.

Per principianti

Per chi comincia a prendere confidenza con questa pratica, un grande classico del foraging sono le ortiche selvatiche, da usare per zuppe, tisane, ma anche frittate. L’importante è proteggersi le mani e coprire braccia e gambe. Qualche piccolo accorgimento serve anche con le more, che devono essere raccolte tra i rovi, ma ne vale la pena per arricchire macedonie, dolci e salse, anche per piatti salati. Sono squisiti i fiori del sambuco, per aromatizzare cocktail e bevande e preparare golose gelatine o sciroppi. Infine, nei boschi e lungo le rive dei fiumi, dalla fine dell’inverno fino alla primavera, si possono raccogliere fiori e foglie commestibili dell’aglio selvatico. Possono essere aggiunti alle insalate o al pesto fatto in casa. C’è chi ne mette un po’ persino in centrifughe, infusi e frullati.

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