Roma-Brindisi. Novecento chilometri di strada, ma soprattutto di storia e storie, di antichità e bellezze, di culture, vite e scambi commerciali con la Grecia e l’Oriente. Di passi su quel basolato che sembra ancora sussurrare di legioni e di greggi, di pellegrini diretti in Terra Santa e di condottieri pronti a salpare per il grande Mar Mediterraneo. Da ieri la Via Appia Regina viarum ha ufficialmente iniziato il cammino verso l’Unesco. Alle Terme di Diocleziano a Roma, proprio davanti al mosaico Gnothi sauton che da una villa sull’Appia proviene, si è svolta la cerimonia della firma del Protocollo di intesa per la candidatura del sito nella Lista del Patrimonio mondiale Unesco.
Il progetto, per la prima volta promosso direttamente dal ministero della Cultura attraverso gli uffici centrali e periferici, coinvolge quattro regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 12 tra province e città metropolitane, 73 comuni, 15 parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 università italiane e straniere. Tutte a sostenere la strada consolare, prototipo del sistema viario romano. Il Ministero ha già investito 19 milioni di euro in restauri, conservazione e per la preparazione del dossier", nella convinzione dell’importanza "sociale e culturale" del progetto.