Sabato 9 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
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Vespa velutina, ecco come si distingue l’insetto alieno. L’esperto: “Non esiste statistica sulle punture all’uomo”

Franco Mutinelli dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, direttore del Centro di referenza nazionale Fao per l’apicoltura: “Che cosa ci dicono i dati e come possiamo contrastarne l’invasione”

Roma, 8 febbraio 2024 – Vespa Velutina (o calabrone asiatico): ma come si distingue quest’insetto alieno, killer delle api, che si sta adattando bene grazie anche al clima anomalo?

Lo abbiamo chiesto a Franco Mutinelli dell’Istituto Zooprilattico delle Venezie, direttore del Centro di referenza nazionale Fao per l’apicoltura. 

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Vespa velutina: ecco dove sono i nidi
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“La differenza sostanziale – chiarisce - è una colorazione più scura, nera. L’estremità delle zampe invece è gialla, tanto che viene definita anche Vespa dalle zampe gialle. E sull’addome ha una linea circolare sempre gialla che spicca molto rispetto alla colorazione nerastra. Queste sono le caratteristiche fondamentali che consentono di distinguerla dalla Vespa orientalis e dal Calabrone europeo, molto più conosciuto”.

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La Vespa velutina è pericolosa per l’uomo?

“In generale, ha un comportamento difensivo del proprio nido più accentuato. Può scatenare una reazione di aggressione anche se non effettivamente disturbata”.

Esiste una statistica di persone punte e finite all’ospedale?

“No. In Francia, dove la Vespa velutina è presente dal 2004, si è registrato un decesso. Ma in linea di massima i nidi si trovano in luoghi piuttosto alti, ad esempio nei cornicioni delle case o sugli alberi. C’è qualche segnalazione di nidi più bassi. Ma non è la regola”.

In Italia da anni, perché la sua avanzata non sembra contrastata?

È una specie aliena invasiva, ha trovato un territorio vergine dove ha potuto moltiplicarsi e stendere la sua presenza. Non ha nemici naturali, trova nelle api una fonte alimentare facile. Non esistono ad oggi strumenti che si siano dimostrati efficaci per il suo contenimento”. Eppure Fabrizio Zagni, apicoltore ligure, ha inventato il metodo Z. “Un metodo interessante, anche perché è compatibile con la presenza di altre specie. Ma ad oggi non è stato autorizzato. Sono state fatte le sperimentazioni, ci sono i dati. Ma la mancanza di autorizzazione frena la possibilità di usarlo. Speriamo che arrivi. Ad oggi questa è l’unica strada che sembra consentire la convivenza, riducendo il danno evidente e pesante che la Vespa velutina reca agli alveari”.