Venerdì 8 Novembre 2024

Sontuoso e moderno. Stefano Ricci esplora l’inverno della Mongolia

di Eva Desiderio

È il cashmere più sottile, e per questo ancora più prezioso, esistente al mondo, e Stefano Ricci se ne è subito aggiudicato l’esclusiva. Del resto un marchio come quello di Stefano Ricci, imprenditore e designer fiorentino noto per la sua moda maschile eccelsa, ha bisogno solo di esclusività per mantere alta la bandiera del Made in Italy che vuol dire manifattura rara, fatto a mano e tessuti unici.

Una vera alta moda per lui che pochi giorni fa ha lanciato la collezione autunno-inverno 2024-2025 a Fiesole nel Teatro rinnovato dove si è svolto uno show di modelli che si rifacevano al modo di presentare la moda di tanti anni fa proprio a Firenze, pezzo per pezzo, tutto raccontato con note di stile. A leggere le anteprime di prodotto Filippo Ricci, direttore creativo del brand, che con il fratello Niccolò Ricci ad, porta avanti la tradizione del marchio di famiglia fondato nei primi anni Settanta dal padre Stefano Ricci e dalla moglie Claudia Ricci, da sempre braccio destro e responsabile di tutta la produzione.

Una collezione sontuosa ma modernissima, per un uomo cosmopolita che vive il mondo con energia e passione, che ha come tessuto e filato di punta questo Stefano Ricci Alpha Yarn, che arriva dall’Inner Mongolia, dove le escursioni termiche variano da -50° a +50°, per una esclusiva mondiale che verrà svelata ai buyer internazionali anche durante il 105 Pitti Uomo di gennaio 2024. Una fibra di un bianco naturale, finissima e perfetta, che proviene dal sottopelo delle capre Hircus dell’Alashan, con un titolo di 13,5 micron in diametro. Viene raccolta con una tecnica di pettinatura antica, effttuata con delicatezza a mano su capre che non hanno più di 10 mesi durante la primavera.

E questa è una delle belle novità che il Gruppo Stefano Ricci (al quale appartiene anche l’Antico Setificio Fiorentino) ha svelato a Fiesole dove ha sede il moderno stabilimento produttivo alle Caldine e dove ora si trasferirà anche la sartoria maschile, lasciando la logistica in una nuova sede a Peretola, sempre a Firenze. Un modo per tenere tutta insieme la produzione simbolo di una eccellenza assoluta, che va dalla camiceria, alla pelletteria, dalla gioielleria all’argenteria.

Tornando alla per la collezione autunno-inverno 2024-2025 ambientata in Mongolia, dalla catena dell’Altai dove inizia la missione di ’Stefano Ricci Explorer’ fino al Gorkhi-Terelj National Park e poi il Deserto del Gobi. Dietro l’obiettivo Chris Rainer (con Alessandro Moggi per altri scatti), in sella ai cavalli i due fratelli Ricci che hanno entusiastamente sostenuto il Mongolian Golden Eagle Project in particolare l’attività della Kazakh Falconry Association. Alcuni membri coi cavalli e coi cammelli, nel deserto come sulle montagne, con le loro aquile reali (simbolo tra l’altro della casa di moda fiorentina) tutti riscaldate dalle magnifiche pellicce di lupo hanno fatto da sfondo alle più belle foto di Rainer.

In queste terre remote Stefano Ricci ha reinventato la couture maschile ancora una volta, per un inverno a tutta protezione ma al tempo stesso tanta leggerezza e duttilità di uso per giacconi e giubbotti in cashmere puro profilati di shearling, in color acero, tra vitelli impalpabili e cocco gommato nero (e vero) o verde ulivo, abiti in cashmerevicuna nei toni del marrone e del bordò, tessuti di cashmere misto a filo di cincillà, colbacchi di visone, maglioni con trecce innovative ed uniche con sviluppo di punti mai visti.

I colori sono quelli della Mongolia che ha fatto da sfondo alla campagna e all’emozionante docu-film: sabbia, roccia, neve, osso di dinosauro, erbe rare, nero notte, arancio come gli antichi abiti dei monaci buddisti, prugna, blu Ricci. "Stiamo andando molto bene e in tutto il mondo – racconta Niccolò Ricci, amministratore delegato di Stefano Ricci SpA – e siamo arrivati a 200 milioni di euro di fatturato per questo 2023, l’anno scorso eravamo a 155 milioni di euro, dunque l’aumento è del 45% di vendite nel mondo".