Giovedì 16 Maggio 2024

Sharenting: significato e rischi. Come tutelare le immagini dei bambini sui social

Condividere online foto e video dei minori può essere pericoloso. Una guida per fare un loro uso consapevole in Rete

Con il termine sharenting, coniato negli Stati Uniti, ci si riferisce al fenomeno per cui i genitori condividono regolarmente online contenuti riguardanti i loro figli, inclusi foto, video, informazioni relative a scuole, centri e palestre e persino ecografie. Si tratta di un neologismo che unisce le parole share, condividere, e parenting, genitorialità. È una pratica che riguarda tanti adulti, dalle persone comuni alle celebrities, come per esempio la coppia formata da Chiara Ferragni e Fedez, Cristiano Ronaldo e Georgina Rodriguez, Kim Kardashian e Kanye West (oggi divorziati), solo per citare alcuni esempi famosi.

Allarme Sharenting: i pericoli della condivisione di immagini dei figli in rete
Allarme Sharenting: i pericoli della condivisione di immagini dei figli in rete

In Italia

Nel nostro Paese il codice relativo alla privacy delle persone stabilisce che, per quanto riguarda il proprio consenso al trattamento dei dati personali, un minore possa fornirlo solo dai 14 anni in su. Prima di avere tale età, pertanto, il consenso deve essere dato da parte di chi detiene il diritto e l’onere della responsabilità genitoriale.  

Possibili pericoli

Mostrare sui social le immagini dei propri bambini è motivo di gioia e soddisfazione per mamme e papà, tuttavia bisogna essere consapevoli delle insidie e dei potenziali pericoli che questa pratica online potrebbe comportare sia per l’identità digitale e il corretto sviluppo della personalità dei minori, sia per il rapporto genitori-figli successivamente. Esporre online foto e filmati di minori – materiale che poi rimane in Rete permanentemente – può comportare gravi rischi come azioni di cyberbullismo e usi impropri delle immagini per scopi illeciti, tra cui quelli pedopornografici. Attenzione anche al possibile adescamento: le informazioni delicate riguardanti i figli, come i loro interessi, lo sport preferito, la scuola frequentata e le routine giornaliere – spesso condivise in Rete – possono fornire elementi utili per i malintenzionati per instaurare relazioni intime, talvolta sessualizzate.  

Precauzioni

Non bisognerebbe mai dimenticare che le foto dei minori condivise su Internet potrebbero finire nelle mani di individui mossi da doppi fini. Pertanto, sarebbe bene evitare che i bambini pubblichino contenuti audiovisivi online autonomamente, ma sarebbe altrettanto opportuno che gli adulti evitassero di condividerli su piattaforme digitali. Se si vuole comunque procedere alla pubblicazione di materiali come quelli citati, sarebbe bene prendere alcuni semplici provvedimenti segnalati anche dal Garante per la protezione dei dati personali, autorità amministrativa indipendente istituita dalla legge sulla privacy. Ecco alcuni suggerimenti: - oscurare, offuscare o pixellare il volto del minore in modo che non sia identificabile, anche usando software che si trovano online gratis; - coprire i volti con faccine che possono essere scelte tra le emoticon disponibili sul telefono o sul computer; - rivedere le impostazioni di visibilità delle immagini sui social limitandole solo a coloro che si conoscono molto bene. Altri consigli utili sono i seguenti: - evitare di creare account dedicati al proprio figlio o comunque a un minore; - leggere attentamente e tenere conto delle politiche sulla privacy dei social network su cui vengono pubblicati video, foto e quant’altro; - chiedersi se i propri figli, nipoti o altri bambini potrebbero essere felici un domani di vedere le loro immagini accessibili a tutti o se potrebbero non essere d’accordo.  

La campagna di Deutsche Telekom

Quest’estate è diventata virale un’iniziativa ideata dalla compagnia di telecomunicazioni Deutsche Telekom per aumentare la consapevolezza riguardo alle conseguenze negative connesse allo sharenting. Il breve filmato illustra i modi in cui attualmente la tecnologia dell’intelligenza artificiale può facilmente manipolare l’aspetto e la voce di un minore. Al centro c’è la storia di Ella, una piccola di nove anni, alterata digitalmente per farla apparire adulta e perché possa informare i suoi stessi genitori sull'importanza di non diffondere immagini e filmati dei loro figli attraverso i social media. Attraverso il racconto di Ella vengono illustrate le possibili conseguenze dannose derivanti dalla pubblicazione online di foto e filmati dei bambini più piccoli, dalle truffe al bullismo a scuola fino alla divulgazione di materiale pornografico infantile. Da alcune ricerche è emerso che entro il 2030, la maggioranza delle istanze di frode legate all'identità giovanile sarà causata proprio dallo sharenting.  

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