Venerdì 8 Novembre 2024
ANDREA MARTINI
Magazine

"Paul Schrader presenta 'Oh Canada': riflessioni sulla memoria e la menzogna nel cinema"

Il regista Paul Schrader presenta "Oh Canada", un film che esplora la vita di Leonard Fife, rifugiato in Canada per sfuggire alla guerra del Vietnam. Una riflessione sulla memoria e sul cinema, ma con qualche incongruenza. "Tre chilometri alla fine del mondo" di Emanuel Parvu racconta il scompiglio causato dall'omosessualità di un ragazzo in un piccolo paese rumeno.

“Oh Canada! Our home and native land!” suona l’inno nazionale del grande nord bianco. Paul Schrader, che con quella terra ha qualche conto sospeso e più di una memoria, titola proprio Oh Canada la sua ultima fatica, sorta di riflessione sulla morte per interposta persona. Reduce da due grandi opere già marcate da senile bellezza come Il collezionista di carte e Il maestro giardiniere, Schrader non ha esitato a realizzare con piccolo budget e due interpreti d’eccezione, come Richard Gere e Uma Thurman, un film sulla vicenda vera di Leonard Fife, regista di documentari rifugiatosi in Canada alla fine degli anni ‘60 per sfuggire alla leva militare e alla guerra del Vietnam.

In punto di morte il documentarista accetta un’intervista filmata richiesta da uno dei suoi discepoli ma al posto della prevista ricostruzione della carriera, l’uomo minato dal cancro, in presenza della moglie, solleva il velo su una vita di menzogne. Un cammino che è stato un calvario all’inutile sforzo di sfuggire a se stesso. Per lo sceneggiatore-regista è l’occasione per una coinvolgente riflessione sulle diverse forme della memoria, sul valore aleatorio dell’immagine cinematografica e quindi sulla capacità del cinema di mentire. Oh Canada si presta del resto a richiamare temi ricorrenti del cinema di Schrader: il rapporto padre- figlio, il tormento della colpa, il valore della confessione. Purtroppo la mancanza del consueto rigore e qualche incongruità del racconto fanno dell’ultimo film un’occasione, proprio perché preziosa, mancata.

In un piccolo paese della campagna rumena la scoperta dell’incipiente omosessualità di un figlio non solo porta dolore nella famiglia ma scompiglio nell’intera comunità. Ipocrisie, sotterfugi, vergogne raccontate da Tre chilometri alla fine del mondo di Emanuel Parvu non senza ovvietà. L’onda rumena di tempo fa è finita in risacca.