La ’tumor reversion’, la revisione tumorale, ovvero la trasformazione del fenotipo della cellula cancerosa da maligna a benigna è oggetto di studi da parecchi decenni. Dal 2005 in Italia viene studiata al System Biology Group Laboratory del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma, coordinato dal professor Mariano Bizzarri.
Oggi, un nuovo studio che a sistemizzato oltre 80 anni di ricerche (pubblicato sulla autorevole testata scientifica internazionale Oncology Reports) riporta alla ribalta questo tema. A realizzarlo, il ricercatore italiano Andrea Pensotti, insieme al professor Bizzarri e alla professoressa Marta Bertolaso dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Il loro lavoro ha portato a un’importante scoperta: sono stati identificati gli specifici micro- RNA degli estratti di uova di zebrafish (un piccolo esemplare tropicale ad alta compatibilità genetica con l’essere umano) e di trota, coinvolti nell’indurre i processi di reversione tumorale.
"I micro-RNA – spiega il dottor Pensotti – in natura, agiscono con meccanismi epigenetici e sono coinvolti anche nei processi di embriogenesi, quindi la differenziazione delle cellule staminali, e hanno un’azione epigenetica. Con i nostri studi abbiamo verificato che hanno un ruolo importante nei processi di regolazione di sviluppo del tumore". Come agiscono e quali sono i loro effetti positivi? "Tecnicamente – afferma Andrea Pensotti – forniscono lo stimolo per una corretta espressione dei geni e il loro normale funzionamento. La cellula infatti, decide come comportarsi anche in base ai segnali che il contesto in cui vive riceve, e più è adesa alle altre cellule più rimane normale. Se si rovina la qualità del legame, internamente alla cellula partono dei segnali pro-tumorali".
"Si è visto poi – continua il dottor Pensotti – che i micro-RNA, riducono la concentrazione della proteina Tctp, che quando è elevata, stimola la migrazione delle cellule tumorali verso altri tessuti, quindi la metastatizzazione, nonchè la proliferazione veloce delle cellule tumorali e la vascolarizzazione favorendo la sopravvivenza dei tumori. In più, favorisce l’apoptosi, il suicidio programmato delle cellule tumorali. Questi sono solo alcuni dei meccanismi d’azione, è un processo complesso e il nostro impegno è quello di creare un quadro sempre più completo".
Ma quali possono essere le prossime sfide? Lo spiega il dottor Pensotti. "Fino a ora – dice – abbiamo effettuato test in vitro, su colture cellulari, la sfida è traslarli in vivo. A settembre partiremo con uno studio intensivo in vivo".
Marina Santin