
Marracash/Fabio Bartolo Rizzo
Abbi dubbi. Quelli gravi che incombono su Marracash nello show con cui è sbarcato ieri sera tra gli spalti dello Stadio Olimpico Grande Torino, di fronte a 37.000 persone, nell’attesa di proseguire il cammino il 25 e 26 giugno a San Siro e poi ancora il 30 a Roma e il 5 luglio a Messina. L’idea dello sdoppiamento di personalità tra l’uomo e il divo del rap, tra Fabio Bartolo Rizzo e Marracash, per sommare distopia e psicologia, esistenzialismo ed idealismo, Huxley e Dick, prendendo le mosse proprio dalle sue incertezze di quaranta(sei)enne.
In scena cinque enormi robot alti 3 metri che protendono le loro braccia sul protagonista come artigli per incombere con la loro mole su un racconto che lega i tre album di maggior successo del rapper di Nicosia trapiantato al Nord – Persona, Noi, loro, gli altri (Targa Tenco 2022) e l’ultimo È finita la pace – col contorno di ballerini vestiti da scienziati delle sinistre Mind Industries, e una narrazione cinematografica sviluppata "come un epic movie" (definizione dello stesso Marracash) dal vivo. Scelta complessa, ambiziosa, che finisce però talora col rivelarsi un filo ferraginosa rallentando l’impeto di un repertorio in bilico tra Power slap e Cosplayer, Bravi a cadere e Mi sono innamorato di un’AI senza tralasciare schegge di passato (remoto) come Niente canzoni d’amore e Nulla accade.
Un viaggio immersivo nella mente di Fabio-Marra che, come quello che intraprendevano nella testa di John Malkovich i protagonisti del celebre film di Spike Jonze, proietta lo spettatore in un’altra dimensione grazie alle intuizioni tecnologiche di una mega produzione creata dal team di Ombra con la direzione artistica di Lorenzo De Pascalis.
A legare i sei atti (Ego, Memorie, Dubbi, Qualcosa in cui credere, Amore e Reconnect) ci pensano i dialoghi dell’ eroe di Crazy love con sé stesso e con l’entità intrappolata nella bolla che incombe sulla scena con la voce sintetizzata di Matilda De Angelis, ma anche la presenza in scena di Madame. "Ho solo lei come ospite – dice Marra – non mi servono furberie con guest e ruffianate tipo indossare magliette azzurre a Napoli" (frecciata alla ex Elodie così come a Sfera).
Alla fine dello show, Fabio capisce di non poter fare a meno di Marra e viceversa, dando vita a quella riconciliazione con sé stesoi che rappresenta il messaggio più forte del romanzone rap. Anzi, del "kolossal da stadi senza precedenti – lo definisce lui rimanendo umile – . Pura energia e spettacolo, una nuova pagina del rap italiano scritta insieme al pubblico".