“Nonostante le difficoltà, il mio posto è il lato soleggiato della strada”. Così cantava Shane MacGowan in ‘Sunnyside of the street’, classico dei Pogues, band folk punk di cui è stato leader e anima. Il cantante si è spento oggi a soli 65 anni, in seguito a una breve lotta contro l’encefalite virale. La notizia è stata data dalla moglie Victoria Clarke con un post su Instagram, in cui ha ricordato i momenti i più intensi del loro rapporto. Una vita di eccessi la sua, caratterizzata da quel folk punk di cui ancora oggi è considerato il pioniere e massimo esponente. Sbornie epocali, feste e musica a tutto volume erano all’ordine del giorno durante il periodo d’oro che la band ha vissuto a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. MacGowan nasce in Inghilterra a Royal Tunbridge Wells nel 1957, ma vive buona parte della giovinezza in Irlanda, da cui trae buona parte dell’ispirazione per la sua musica. La sua carriera comincia con il trasferimento a Londra nei primi anni ’70. La sua prima band sono i The Nipple Erectors, con cui apre diversi concerti di band iconiche come Clash e Jam. Forma i Pogues nel 1981, dopo aver conosciuto Spider Stacy e Jem Finer. Il nome della band è un’abbreviazione di Pogue Mahone, storpiatura dello slang irlandese ‘baciami il sedere’. Irriverenti quanto energici, il gruppo sale alla ribalta internazionale con Fairytale of New York nel 1987. Sembra quasi una contraddizione che il pezzo più importante di uno dei gruppi più significativi della storia del punk sia una ballata di Natale. Eppure il brano ancora oggi è considerato uno degli inni natalizi migliori di sempre. Nel 1990 la band si consacra con il disco Hell’s Ditch, prodotto da Joe Strummer, ex leader dei Clash, con il quale il gruppo ottiene un ottimo riscontro commerciale. Solo l’anno successivo, però, MacGowan si ritrova costretto a lasciare la band, a causa dell’abuso di alcol ed eroina. Tra gli episodi più noti dell’artista, quello in cui viene arrestato grazie ad una soffiata dell’amica Sinead O’Connor, che cercava di tenerlo lontano dagli stupefacenti. Dopo l’uscita dalla band madre, lancia i Popes, con cui pubblicherà una manciata di album in studio, senza distaccarsi dalle sonorità che l’hanno reso famoso. Negli anni a seguire porta avanti sporadiche collaborazioni con entrambe le band, in particolare con dei concerti a cadenza annuale assieme ai Pogues. Diversi anche i concerti di beneficenza con cui MacGowan finanziava le proprie spese mediche. Dal 2015 il cantante viveva in sedia a rotelle per via di una disgraziata rottura del bacino in uno studio di registrazione, a cui si univano altri gravi problemi di salute. L’artista aveva annunciato di essere malato durante un concerto, mentre indossava un paio di occhiali da sole, che portava a causa del dolore provocato dalla luce del sole. La malattia gli aveva provocato perdita di movimento e difficoltà di parola, oltre che un grosso rigonfiamento sul capo. Se ne va uno degli ultimi sopravvissuti del rock and roll, un poeta maledetto dall’anima nobile.
MagazineMuore a 65 anni Shane MacGowan, ex leader del gruppo folk punk Pogues