Casanova
Maurizio Pollini: leggenda del pianismo italiano. Ma non solo. La sua vita musicale inizia presto. L’ambiente familiare ha buoni precedenti artistici: il padre Gino Pollini architetto razionalista, la madre Renata Melotti, sorella dello scultore Fausto. Maurizio manifesta doti precocissime: a 15 anni si classifica secondo, su 222 candidati, al Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale di Ginevra (primo premio Martha Argerich). Nel 1960, a 18 anni, vince il mitico Concorso Chopin di Varsavia. Qui gli aneddoti fanno parte della storia: non solo le parole di Alfred Rubinstein, membro della giuria ("Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi") ma anche quelle di Piero Rattalino, critico musicale: "O diventerà il più grande pianista del mondo o finirà in manicomio", "Pollini non ancora del tutto maturo? Se lo fosse di più sarebbe marcio". Alle offerte che gli piovvero addosso dal mondo intero dopo il trionfo a Varsavia, rispose negandosi perché non si riteneva pronto a iniziare gli stress della carriera e doveva anche formarsi un repertorio adeguato. Insomma, doveva studiare. Ma dopo due anni di “ritiro”, quando incominciava a essere pronto per affrontare il pubblico, il mondo commerciale lo aveva bell’e dimenticato. Intraprese allora un corso di perfezionamento con Arturo Benedetti Michelangeli, il vate assoluto del pianismo. Le lezioni non durarono molto in quanto persino Michelangeli dichiarò che "a Pollini c’era ben poco da insegnare". Magari gli furono utili gli esercizi della "magnifica diteggiatura per i trilli" che usò per tutta la vita.
Da allora la carriera di Maurizio Pollini prese la grande via internazionale, né c’è Paese che non l’abbia richiesto, e avuto, – dal 1968 gli Stati Uniti, dal 1974 il Giappone – per esibizioni sempre entusiasmanti. Pollini era sposato con Marilisa Marzotto, conosciuta a 11 anni a una lezione di armonia. Marilisa, rimasta sempre nell’ombra è, a detta di molti, una pianista a livello del marito; pianista anche il figlio Daniele. Pollini ha suonato in pubblico l’ultima volta alla Scala, il 13 febbraio 2023: Chopin e Schönberg. Per la prima volta sul leggìo c’era lo spartito.