Martedì 30 Aprile 2024

"Macché razzista, guai a chi tocca Zeffirelli"

Salvini e Sgarbi contro lo storico dell’arte Tomaso Montanari che ha criticato le celebrazioni per il centenario del regista fiorentino

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di Olga Mugnaini

Le Frecce Tricolori solcano il cielo di Firenze e sull’Arno piovono scintille di polemiche che accendono gli animi da un capo all’altro d’Italia. Al centro del contendere ancora lui, sempre lui, Franco Zeffirelli, di cui ieri si festeggiava il centenario dalla nascita. La sua città natale, con la quale era continuamente in lite, finalmente gli ha reso omaggio con l’intitolazione di un Belvedere in uno dei luoghi più suggestivi al mondo: piazzale Michelangelo. Con tanto di nove aerei da addestramento della Pattuglia acrobatica nazionale, che in contemporanea con la svelamento della targa a Zeffirelli – scomparso il 15 giugno 2019 a 96 anni – hanno dipinto in volo la bandiera italiana.

Ad accendere la miccia del polverone è stato lo storico dell’arte Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, che già dal giorno precedente dileggiava l’avvenimento, irridendo al regista col nomignolo di “maestro Scespirelli“, autore, fra le tante opere, anche del film Romeo e Giulietta.

Ma non è questo a scatenare l’ira di mezzo governo e anche dell’opposizione, quanto il resto delle affermazioni: "La mia città, Firenze, onora chi ha espresso in moltissime occasioni idee razziste. Guerra, nazionalismo, inquinamento e inutile consumo: mi pare il modo giusto per ricordare un mediocre razzista. #Zeffirelli", ha scritto Montanari.

Il primo ad assalirlo idealmente alla giugulare è stato il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, intervenuto ieri mattina insieme al ministro delle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini, alla cerimonia in onore di Zeffirelli: "Credo che Montanari non possa fare il rettore, se ha questo disprezzo per la cultura – ha sentenziato Sgarbi –. Occorrerebbe che il ministero, e lo dirò al ministro dell’Università Anna Maria Bernini, sanzionasse un rettore che dice cose del genere. In lui c’è una buona parte di fanatismo ideologico: è la seconda volta che cerca di asfaltare Zeffirelli, come se la sua memoria fosse uno scandalo. Montanari ricordi quello che il regista ha fatto di bello: scenografie teatrali, film, ha difeso la bellezza, e quindi tu (riferito a Montanari, ndr), devi tacere". È mancato il celebre “capra“, ma ha compensato con altro: "Ma poi cosa significa Zeffirelli “razzista“? Puoi fare un’osservazione sul gusto, sullo stile di un uomo che non è stato un classico, però Zeffirelli è certamente importante. E come Spadolini, è una persona che ha reso grande la sua città nel suo tempo".

E non potendo eludere il clima sanremese, il sottosegretario ha concluso: "Zeffirelli era un uomo festoso, allegro, vivo fino alla totalità: avrebbe guardato Sanremo con un certo sospetto, immagino, perché c’è modo e modo anche per essere omosessuali, non c’è bisogno di ostentarlo. Lui mai si sarebbe sposato, pensava alla libertà in una dimensione pagana, conciliabile con quella cristiana".

Meno spirituale l’affondo e la replica a Montanari del ministro Salvini: "Dobbiamo cambiare qualcosa, perché chi rappresenta la Toscana e l’Università italiana nel mondo non può avere il cervello così piccolo. Le Università dovrebbero aprire le menti ed ospitare idee diverse e confronto. Se uno dà di “razzista“ a Zeffirelli è un cretino. Se uno non riesce a rispettare la storia di un grande uomo di cultura, di arte, di teatro, di cinema, di poesia, è un inetto".

Intanto, dopo Firenze anche Roma pensa a intitolare una strada al maestro Zeffirelli nei pressi del PIncio, su proposta del presidente della commissione Cultura, deputato Fdi Federico Mollicone. Mentre il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ha ricordato il regista quale "un uomo che ha portato il cinema e il teatro italiano nel mondo. Regista e sceneggiatore originale, intellettuale coerente e mai conformista, uomo di grande fede, fiorentino doc, che ha lasciato una gigantesca eredità e grandi insegnamenti".

Su tutto questo sta lavorando la sua sottosegretario Lucia Borgonzoni, che ha avviato un programma di iniziative, fra Tokyo e New York, "per far conoscere il cinema e il teatro del maestro e valorizzare un genio della creatività italiana troppo spesso dimenticato. Ma su Zeffirelli è arrivato il momento di cambiare narrazione".

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