Giovedì 2 Maggio 2024

Oro alla Patria, all’Eredità scoppia il caso Liorni. Fiorello lo difende, lui replica: “Sono antifascista”

A scatenare le polemiche sui social è stata una domanda sulle fedi nuziali donate alla causa di Mussolini nel ‘35’. Un gesto che il conduttore in trasmisione aveva definito “patriottico”

Roma, 23 aprile 2024 – Scoppia il ‘caso Liorni’, ma il conduttore chiarisce: “Sono un antifascista”. È la risposta del conduttore Marco Liorni alle polemiche scatenate dal programma televisivo ‘L’Eredità’. Una domanda storica sull’oro donato alla Patria per sostenere i costi della guerra in Etiopia – la ‘Giornata della Fede’ proclamata nel dicembre del 1935 – diventata talmente spinosa da spingere Liorni a una chiarimento sui social. 

In trasmissione Liorni ha definito l'iniziativa “patriottica”, scatenando un vespaio sui social. E così dopo il ‘caso Scurati’ – con il monologo sul 25 aprile sparito dalla trasmissione ‘Chesarà’, come ha raccontato Serena Bortone – in viale Mazzini il clima è sempre più teso.

Le polemiche

Accusato di strizzare l’occhio la fascismo dai ‘leoni da tastiera’, lo showman puntualizza: “Non potrei fare un elogio del fascismo. Stavo raccontando, con l'ottica di quei tempi, le emozioni che si vivevano in quei giorni”.

Oggi Fiorello è tornato sulla vicenda a ‘Viva Rai2!’, prendendo posizione a favore del collega: “La classifica delle persone più buone è questa: Dalai Lama, Madre Teresa e Liorni al terzo posto. Perdonali Marco, non sanno cosa fanno”, ha ironizzato Fiore. Ecco cosa è successo nel ‘game show’ di Rai1, la replica del conduttore e la difesa di Fiorello.

“I coniugi italiani consegnarono alla Patria le fedi nuziali, in cambio di anelli senza valore”

Cosa è successo: la domanda della discordia

I coniugi italiani consegnarono alla Patria le fedi nuziali, in cambio di anelli senza valore”. È la domanda ‘scomoda’ letta domenica da Marco Liorni a ‘L’Eredità’. E subito si sono scatenate le reazioni che hanno infiammato i social.

La domanda riguardava l'iniziativa fascista della ‘Giornata della fede’, proclamata da Mussolini nel dicembre del 1935 per sostenere i costi della guerra in Etiopia, in cui oltre 250mila anelli furono raccolti in un giorno solo a Roma. Liorni ha definito l'iniziativa “patriottica” e questo ha innescato una serie di reazioni a catena sui social, anche sull'onda della vicenda legata allo scrittore Antonio Scurati.

Liorni: “Sono un antifascista”

“Volevo dire, a chi possa aver pensato che stavo elogiando il fascismo e ai picchiatori da tastiera, che io sono un antifascista”. A chiarirlo in un video sul suo profolo social è il conduttore Marco Liorni. E lo ha fatto con un video emozionale in cui racconta un episodio della sua famiglia: lo spirito con cui i suoi nonni, a quei tempi, consegnarono la propria fede nuziale per la Patria.

“Nella puntata dell'Eredità spiega il conduttore nel video – c'era una domanda che si riferiva alla Giornata della fede del 1935. Quando l'abbiamo registrata è stata una domanda che mi dava delle emozioni, perché in famiglia se ne è parlato: mio padre è nato in quei giorni, per mia nonna è stata una giornata di grande sofferenza. Per quell'Italia lì era un gesto di grande sofferenza".

L'episodio, scandisce Liorni, è stato “visto con lo spirito dei tempi, in quel momento donare la fede alla Patria si faceva con uno spirito patriottico. Vi dovevo questo chiarimento, mi dispiace per chi lo ha interpretato in un modo diverso”, conclude.

Fiorello: "Perdonali Marco, non sanno quello che fanno”

Nella puntata di oggi di ‘Viva Rai2!’, la 99esima della serie, Fiorello ha affrontato il ‘caso Liorni’ nel suo solito stile irrefrenabile: prima la frecciata, poi le parole di conforto. “A proposito, è successo qualcosa a Liorni. Ha fatto un'affermazione in diretta che poi è stata ampiamente criticata e poi ha puntualizzato sui social: ‘Sono antifascista’. Ma tutti lo siamo”.

“Hanno attaccato Liorni, ma come si fa? Cioè, la classifica delle persone più buone è questa: Dalai Lama, Madre Teresa e Liorni al terzo posto. Perdonali Marco, non sanno cosa fanno”, ha ironizzato Fiorello prendendo, di fatto, le difese del collega.

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