Lunedì 14 Ottobre 2024
FEDERICO DI BISCEGLIE
Libri

Il Premio Estense all’America di Costa

Il vicedirettore del Post vince con il suo “Frontiera“: "I libri giornalistici hanno grande valore, aiutano nella comprensione del mondo"

Il Premio Estense all’America di Costa

Francesco Costa, 40 anni, vicedirettore del Post, vincitore del Premio Estense con il libro Frontiera (Mondadori). A destra, la cerimonia al Teatro Abbado

L’aquila dalla testa bianca si trasforma nell’aquila d’oro. La sessantesima, che plana sulla Frontiera. È il libro di Francesco Costa, "dedicato all’America che non conosciamo" a vincere l’edizione 2024 del Premio Estense. Un viaggio nel mood profondo degli States, alla vigilia di un appuntamento cruciale – le elezioni presidenziali – non solo per l’America ma per tutto l’Occidente. L’incoronazione del vicedirettore del Post – il titolo completo è Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano (Mondadori) – arriva dopo un lungo dibattito tra giuria popolare e giuria tecnica. Quest’ultima, presieduta da Alberto Faustini.

È stata una vera e propria sfida all’ultimo voto. Fra l’altro il paradosso è che rispetto al grande favore riscontrato da Nello Scavo con il suo Le mani sulla guardia costiera (Chiarelettere) da parte dei giurati tecnici, il duello finale è stato tra Costa e Luca Fregona con Laggiù dove si muore. Il Vietnam dei giovani italiani con la Legione straniera (Athesia).

Molto apprezzato anche il volume di Barbara Stefanelli, Love Harder. Le ragazze iraniane camminano davanti a noi (Solferino). È proprio la direttrice del Qn-il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno Agnese Pini, a sottolinearne il valore nel suo intervento. "È un libro che racconta delle donne in Iran, soggiogate dal regime sanguinario – così Pini – Un’opera che mette in luce la lotta di donne che si battono per la loro libertà". L’altra preferenza espressa da Pini e condivisa da altri membri della giuria tecnica – Venanzio Postiglione e Alessandra Sardoni in primis – è per l’inviato di Avvenire. "Scavo – ha detto – ha svolto un grande lavoro di giornalismo d’inchiesta. Racconta i fatti con grande rigore e oggettività. E, benché l’argomento sia molto complesso, la resa dell’autore non manca di quel calore che può appartenere al vero giornalismo d’inchiesta".

Francesco Costa, nel ricevere il premio, ha detto che "i libri giornalistici hanno un grande valore nella comprensione del mondo anche perché hanno un passo diverso dai quotidiani e dal web". Quanto al rapporto fra i libri e gli altri strumenti di informazione, secondo Costa, vicedirettore di un quotidiano online, "la tecnologia dà un sacco di armi per parlare alle persone ma il libro è ancora imbattibile. È l’unico spazio che permetta senza distrazioni di immergersi in un racconto lungo e dare anche poi il tempo di assorbire quello che contiene"

La cerimonia – celebrata nel pomeriggio in un teatro Abbado gremito, con i fasti delle grandi occasioni – è un tripudio in cui svetta l’aquilotto di Confindustria, i cui saluti vengono portati da presidente e vicepresidente area Emilia, Valter Caiumi e Gian Luigi Zaina. Ad animarla è l’irrinunciabile Cesara Buonamici, la grande ’madrina’ del premio.

Un’occasione nell’occasione: di ricorrenza in ricorrenza. Quarant’anni fa, l’istituzione del premio Granzotto. La colubrina viene consegnata nelle mani del “britannico“ Antonio Caprarica. Sul giornalismo dice che "occorre sempre avere la schiena dritta". Così come il vincitore dell’Estense, anche Caprarica non si sbilancia sull’esito delle presidenziali negli Usa. Mentre sull’Inghilterra la situazione che descrive non è così rosea. Con rammarico, ammette che "al momento il trono vacilla" e le discusse vicende che attraversano la famiglia reale non aiutano. Gli aneddoti si sprecano. Perché in fondo, anche Caprarica, è stato rapito dal fascino della corona.