Martedì 15 Ottobre 2024
CLAUDIA CANGEMI
Libri

Giulia Arnoldi: "Il mio Campiello contro le guerre"

La diciannovenne ha vinto nella sezione Giovani con il racconto Appena prima dell’ultimo accordo: "Ispirata dalla visita alle trincee e da De André".

Giulia Arnoldi, 19 anni, alla Fenice di Venezia premiata con il Campiello Giovani

Giulia Arnoldi, 19 anni, alla Fenice di Venezia premiata con il Campiello Giovani

La storia di un soldato. Un “milite ignoto“ tra i milioni caduti nel corso di una guerra lontana, eppure così vicina. Una vita breve come una melodia, ma non altrettanto armoniosa, quella narrata da Giulia Arnoldi, diciannovenne di Dalmine (Bergamo), nel racconto Appena prima dell’ultimo accordo, che le è valso la vittoria nel prestigioso Premio Campiello Giovani.

Giulia, nel tuo racconto risuona fragorosa l’eco dei conflitti che stanno sconvolgendo il mondo. Perché hai scelto di narrare invece la prima guerra mondiale?

"Perché volevo legare il presente al passato. Si tende a pensare che le guerre mondiali non potranno più ripetersi, invece io credo ci sia un filo rosso che accomuna ogni conflitto armato: l’insensatezza e la crudeltà, in primo luogo. E poi il racconto mi è stato ispirato da un viaggio d’istruzione sull’altopiano di Asiago. Quei luoghi mi hanno fatto immaginare l’esperienza della guerra di trincea".

Ha contribuito a ispirarti anche lo studio della storia e della letteratura?

"Certamente, le splendide poesie dal fronte di Ungaretti e anche quelle di Wilfred Owen, per esempio. Ma anche la celebre canzone di Fabrizio De André La guerra di Piero, che ho voluto citare nel verso in cui parla del soldato nemico che aveva “il tuo stesso identico umore, ma la divisa di un altro colore“. Prima di scrivere il racconto ho poi voluto documentarmi leggendo le lettera dal fronte che sono arrivate fino a noi".

A ispirarti sono state anche vicende familiari?

"No, i miei bisnonni hanno combattuto come quasi tutti i giovani della loro generazione, ma non me n’è giunta testimonianza".

Parliamo del tuo protagonista, Michele. Lo definiresti un eroe?

"Come ciascuno di noi è un essere umano pieno di contraddizioni. Capace di gesti di eroismo ma anche di estrema crudeltà, quando a prevalere è l’istinto di sopravvivenza. Se c’è un giudizio però nella scrittura non è nei confronti di chi subisce la guerra, ma di chi la decide, spesso per meri interessi economici".

Credi possano esistere guerre giuste? Hai mai pensato a cosa faresti che l’Italia fosse coinvolta in una guerra e tu fossi chiamata a combattere?

"No, non credo ci possa essere una guerra giusta, la guerra è sbagliata per definizione come mezzo di risoluzione dei conflitti, lo dice chiaramente la nostra Costituzione. Per quanto riguarda la seconda domanda, mi auguro con tutto il cuore di non ritrovarmi mai a dover affrontare quel dilemma. Penso che non si debba arrivare a tanto, bisogna impegnarsi attivamente perché ciò non avvenga, ognuno nell’ambito delle sue possibilità. E la politica dovrebbe ascoltare di più noi giovani".

Credi che i tuoi coetanei siano interessati a ciò che accade nel mondo?

"Molti si sentono coinvolti e seguono con attenzione le notizie, altri non lo fanno, non per disinteresse o indifferenza secondo me, ma perché sentir parlare di terza guerra mondiale fa molta paura, a tutti certo, ma a noi giovani in particolare. Quando qualcosa ti terrorizza è umano cercare di non pensarci".

Cosa puoi dire del concorso che hai appena vinto?

"È un’esperienza fantastica, e non solo perché ho vinto. Con gli altri finalisti si è subito creata una bellissima amicizia, basata sulla condivisione della passione per la scrittura".

Prima del Campiello Giovani hai vinto le Olimpiadi di italiano e nel 2023 il concorso Sfumature di significato di Zanichelli nella sezione speciale di Radio Deejay. Ora stai per iniziare Lettere moderne all’università. Come vedi il tuo futuro professionale?

"Vorrei poter coltivare le mie due passioni: scrivere e insegnare alle superiori. Devo ringraziare i miei insegnanti dell’Isis Einaudi di Dalmine che mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto: vorrei fare lo stesso per altri adolescenti in futuro".