Con quaranta opere realizzate tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta, a PirelliHangar Bicocca si è aperta ieri (fino al 2 febbraio 2025) la retrospettiva dell’artista svizzero Jean Tinguely. Un percorso espositivo, organizzato in collaborazione con il Museo Tinguely di Basilea, che occupa i 5.000 metri quadrati delle Navate dello spazio milanese, dando vita a un’unica coreografia sonora e visiva formata dalle opere più rappresentative dello scultore, da quelle cinetiche seminali alle macchine monumentali. La mostra, curata da Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolì con Fiammetta Griccioli, è la più estesa dell’artista dopo la sua scomparsa nel 1991. Le opere meccaniche, il cui funzionamento e movimento sono al centro del lavoro di Tinguely, trovano un legame spontaneo con l’ampiezza dell’edificio ex industriale: il percorso espositivo si apre con due opere monumentali degli anni ’80 realizzate assemblando ruote, cinghie, motori elettrici, e nelle quali il rumore – improvviso, potente cacofonico – ha un ruolo fondamentale. Lungo le navate, poi, la mostra prosegue in ordine cronologico.
MagazineLe folli macchine di Tinguely