Martedì 15 Ottobre 2024
DAVIDE
Magazine

L’altro festival. Scoprire l’(H)appennino. Un paradiso nell’entroterra

L’invito a valorizzare i borghi attraverso iniziative artistiche, incontri, esperienze. Che forse non saranno “salvati“ con queste inziative, ma almeno riempiti di nuova vita.

L’altro festival. Scoprire l’(H)appennino. Un paradiso nell’entroterra

L’invito a valorizzare i borghi attraverso iniziative artistiche, incontri, esperienze. Che forse non saranno “salvati“ con queste inziative, ma almeno riempiti di nuova vita.

Rondoni

C’è il turista e c’è il viaggiatore. Il primo vaga fuggevole e superficiale per mete obbligatorie per dire poi a tavola "ho fatto la Thailandia, la Cina etc"; oppure "ci siamo fatti Roma, Firenze, Napoli" come in un catalogo da mesto e intronato don Giovanni, l’altro spesso tace, custodisce scorci e luoghi come grandi vetrate o porticati dell’anima. Il primo produce frullo di denaro spesso sterile o in fretta riconsumato e non di rado lascia malora e spreco, il secondo spreca poco ma si incanta molto. Il primo consuma i luoghi, il secondo li vive e ravviva.

In questa Italia percorsa e direi pure percossa da una estate di "eventi culturali" che di culturale han ben poco, ma sono perlopiù denaro pubblico regalato a manager e cantanti d’ogni generazione e risma, nonché grottesco compiacimento di organizzatori vanesi, per fortuna spuntano inziative veramente culturali, cioè mosse da una idea, e da un ideale che non sia solo aver pubblico e piazze o piazzette plaudenti. Iniziative non per turisti distratti a cui si propina intrattenimento per cultura, ma per viaggiatori nel senso della vita e dell’epoca. Se i primi cercano svago (legittimamente, per carità, ma allora se lo paghino o investano i manager), i secondi cercano esperienze di crescita culturale e di scoperta. È ai secondi che si rivolgono iniziative generose e inventive come Happennino.

Per tutti i weekend di settembre, sotto l’egida di Pesaro Capitale della Cultura, invita a scoprire borghi, artisti, esperienze. "Quest’anno dilatando i tempi del festival vogliamo ancora di più dare spazio al territorio che ci ospita e alle peculiarità che lo caratterizzano – raccontano Andrea Angelini, Francesco Martinelli e Vittoria Podrini che organizzano Happennino –, permettere quindi a chi partecipa agli eventi di avere anche il tempo di perdersi tra i vicoli e le botteghe dei centri storici, parlare con le persone del posto...".

Al di là del valore o meno degli artisti coinvolti, Happennino ha una sua aurea speciale. Il festival giunto alla settima edizione, dicono gli ideatori, "rappresenta, fin dal primo anno, un momento di incontro e racconto dell’entroterra, di chi lo vive e di chi lo tiene vivo". Il programma di artisti coinvolti è vivace, segue certe tendenze del momento. Ad esempio, si parla tanto di “natura“ e nel programma si trovano (non a caso) interventi della professoressa Viola, della cantante Carota e dell’“agri-influencer“ Broccolo, e sembra quasi comica e simpaticamente non casuale la scelta visti i cognomi. E poi concerti (Ex-Otago, Giovanni Truppi) e incontri e l’esperienza di Vivaio Peglio nel borgo omonimo oltre che ritrovi a Piobbico, Mercatello sul Metauro, Borgo Pace, e Sant’Angelo in Vado, tutti in provincia di Pesaro e Urbino.

Insomma, insieme a Marchestorie poesia - il dono dell’infinito svolto in decine di borghi, ecco un altro momento di protagonismo di piccoli paesi. Che non saranno “salvati“ da queste inziative, ma riscoperti e vissuti sì. In modo che forse poi l’adozione di sgravi fiscali, politiche per la natalità, servizi materiali e immateriali possano ridare più vita a questi luoghi-tesoro.

Come abitare umanamente il mondo è il problema culturale (e sociale) di oggi. Fermarsi a slogan è orrendo e colpevole. Per fortuna qualcuno pensa, si impegna, si dedica.