Mercoledì 24 Aprile 2024

Il politico cade quando si crede onnipotente

Giovanni

Morandi

In che cosa sbaglia la politica, o per meglio dire chi fa politica? Nel perseguire obiettivi giusti in modo sbagliato. Come Creonte con Antigone che lo contesta e alla quale risponde con arroganza sia pure per difendere un principio giusto. Tutto qui? No, ma è una diagnosi vera perché espressa da un parlamentare esperto, con trent’anni di esperienza (certo non priva di errori) e che è stato anche professore di diritto e magistrato, Luciano Violante, autore per il Mulino de Insegna Creonte. Una carriera politica che ha liquidato quando si è accorto di lavorare "col pilota automatico", di aver perso curiosità e di correre un rischio: "Chi fa politica a lungo alla fine rischia di considerarsi insostituibile scivolando nell’errore".

Ecco dunque la parola chiave, errore, errare, sbagliare, vero cuore del fare politica, elemento costitutivo del suo agire, perché far politica significa prendere decisioni, che non hanno regole, guide o manuali, che sono empiriche. E gli errori possono essere di tre categorie, aprire conflitti senza essere capaci di governarli, sopravvalutare le proprie capacità ed essere arroganti. Colpe che hanno come radice comune l’illusione dell’onnipotenza, vero morbo della politica, che conduce ad un momento in cui ci si convince di essere non solo nel giusto ma di essere anche imbattibili.

Ed è in quel momento che comincia il declino. Ma se questa è la valutazione degli sbagli sarebbe monco non valutare anche le azioni giuste, che sono quelle che seguono la conoscenza, il coraggio e il rispetto. E questo s’impara dai buoni maestri, dalle dolorose sconfitte o non si impara affatto. E ogni riferimento a fatti o persone non è per niente casuale.

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