Giovedì 7 Novembre 2024

Il Monte Mottarone divide i due specchi d’acqua. Da Stresa a Orta San Giulio un fascino infinito e romantico

Per il luinese Piero Chiara, che dalla sua riva del Lago Maggiore non poteva vederlo perché in mezzo c’è il...

Il Monte Mottarone divide i due specchi d’acqua. Da Stresa a Orta San Giulio un fascino infinito e romantico

Il Monte Mottarone divide i due specchi d’acqua. Da Stresa a Orta San Giulio un fascino infinito e romantico

Per il luinese Piero Chiara, che dalla sua riva del Lago Maggiore non poteva vederlo perché in mezzo c’è il massiccio del Mergozzolo con il Mottarone (la ’montagna dei milanesi’), è "un acquerello di Dio". Balzac l’aveva definito "un lago dalle dimensioni umane": sarà per questo che Giuseppe Tornatore ne ha fatto la cornice per il film ’La corrispondenza’, storia di tenera magia nostalgica. E non è la sola storia di magia che affascina chi visita il Lago d’Orta, piccolo gioiello incastonato nelle propaggini meridionali delle Alpi Pennine, tra la Val d’Ossola a ovest, le dolci colline dei vini doc novaresi – Gattinara e Ghemme, ottimi – a meridione, a est appunto il Mergozzolo e il Vergante che lo separano dal fratello più grande, il Lago Maggiore, e a nord la valle del Toce che accarezza luoghi selvaggi e incontaminati, come la Val Strona e la Val Grande.

Ecco, sì: vai per dare un’occhiata, magari curioso di sederti a un tavolo di Villa Crespi per lasciarti coccolare dalle tristellate delizie di Antonino Cannavacciuolo, che in questo singolare castellotto arabeggiante ha il cuore del suo impero. Ma se ti lasci afferrare, rischi di non andare più via. Perché questa faccenda della montagna tra due laghi, e propaggini varie, e idee più varie ancora, ti avvinghia minacciando nostalgie a vita. E allora tanto vale gustare, assecondando l’immarcescibile ’festina lente’. Perché oltre a mangiare bene (e non c’è solo Cannavacciuolo) tra pesci di lago e specialità di montagna (e che pasticcerie…) c’è tanto da fare, per chi proprio non riesce a stare fermo.

Si gira d’incanto il lago, in bicicletta. Sono una quarantina di chilometri, lungo l’acqua sulla sponda orientale e sulla panoramica alta dall’altra parte: poca salita, in tutto sono sì e no 300 metri di dislivello, ma vale sempre il consiglio di una tranquilla e-bike. Ottima anche per spostarsi verso il Lago Maggiore, da Orta San Giulio a Stresa sono 22 chilometri, c’è da arrampicarsi alle Tre Montagnette ma è salita dolce e poi placida discesa, poi per altri 19 chilometri sulla trafficata lungolago si risale verso Gravellona e Omegna, per riscendere a Orta San Giulio. Chi ha fiato può salire sul Mottarone, andata e ritorno passando per Coiromonte sono 40 chilometri con 1290 metri di dislivello; però una volta lassù, che meraviglia nelle giornate limpide la visuale su ben sette laghi sette, il trekking, il parco avventura, e ancora ottime cucine.

Ma l’incanto vero del lago d’Orta è l’isola di San Giulio, un tempo abitata solo da monaci (le benedettine ci sono ancora), oggi meta turistica con alcuni ristorantini che offrono anche il servizio di traghetto, e con richiami a misteri, leggende, spunti di silenzio e meditazione tra le antiche pietre della chiesa romanica e le viuzze. Tutta un’altra storia rispetto alla propaggine opposta del Mottarone, il signorile lungomare di Stresa, Arona con il San Carlone, Baveno pittoresca e l’incanto delle isole Borromee: il tripudio botanico dell’Isola Bella è davvero indimenticabile. Eh sì, una puntatina…