Venerdì 8 Novembre 2024

Hollywood consacra Cortellesi: "Il suo film ha scosso l’Italia"

Paola Cortellesi riceve la consacrazione hollywoodiana per il suo film "C'è ancora domani", un dramma sulla violenza domestica ambientato nella Roma post-seconda guerra mondiale. Il film ha riacceso i dibattiti sulla violenza contro le donne in Italia.

E dopo i clamorosi successi italiani – culminati nell’annuncio anticipato del conferimento del Nastro d’Argento per il miglior film dell’anno – per Paola Cortellesi e il suo fenomenale C’è ancora domani ieri è arrivata anche la consacrazione hollywoodiana. Al successo del suo film è infatti dedicato un ampio servizio con intervista della bibbia del cinema Usa The Hollywood Reporter nella sua edizione americana. La rivista titola: "Il successo del box office italiano scatena la discussione sulla violenza domestica: There’s Still Tomorrow di Paola Cortellesi, un dramma su una donna abusata nella Roma post-seconda guerra mondiale, ha venduto più biglietti in Italia di Barbie".

Il film – scrive THR – "è il più visto in Italia quest’anno, e si apre su una scena domestica. Delia, interpretata dall’attrice e regista Paola Cortellesi, si sveglia accanto a suo marito, Ivano (Valerio Mastandrea). “Buongiorno!”, dice lei. Senza una parola, lui la schiaffeggia (...) Gli abusi violenti, a quanto pare, fanno parte della sua routine tanto quanto lavarsi i capelli e vestirsi per andare al lavoro. È una scena scioccante. All’inizio, sembra che C’è ancora domani, girato in bianco e nero, si rivelerà un omaggio ai classici neo-realisti italiani come Ladri di biciclette e Roma città aperta. Ma non è così..". "Questo è un film contemporaneo – spiega infatti la Cortellesi a THR – . È ambientato nel passato, ma riguarda la condizione femminile, e le radici di una cultura patriarcale che vanno in profondità: radicata nel passato, ma ancora molto presente oggi". "C’è ancora domani – prosegue il reportage Usa – ha riacceso le discussioni sulla violenza domestica, il femminicidio e i diritti delle donne in Italia, dibattiti che hanno dominato il discorso pubblico partendo dallo scioccante omicidio della studentessa Giulia Cecchettin ad opera del suo ragazzo". "In realtà, il film è un po’ un trucco", prosegue la Cortellesi: "Seminiamo indizi dappertutto, usando diversi generi, la commedia romantica, un po’ di thriller, un po’ di musica, la gente si concentra su Delia e inizia a pensare che sarà liberata da un altro uomo, un brav’uomo. È solo alla fine che il pubblico si rende conto che è una storia d’amore ma non di un amore romantico, bensì dell’amore di una madre verso sua figlia... Volevo raccontare questa storia a mia figlia, che ora ha 11 anni, e ai bambini della sua generazione", dice ancora la Cortellesi. "Non ha nulla a che fare con la politica, ma con le persone che sono stufe della situazione attuale – conclude Paola – con una donna che viene uccisa ogni 72 ore, un dato restato costante attraverso diversi governi, di destra e di sinistra. La novità è che la gente è stufa di sentire questa stessa storia, vuole fare qualcosa per aiutare a cambiare la cultura. Vuole rompere questo cerchio di violenza".