Sabato 7 Giugno 2025
GIOVANNI BOGANI
Magazine

E la diva diventò regista a Cannes: "Assurdo il maschilismo del cinema"

Applausi per i debutti dietro la macchina da presa di Scarlett Johansson e Kristen Stewart. Ieri sulla Croisette anche l’arrivo della “pioniera“ Jodie Foster: "Continuo a sfidare me stessa".

Applausi per i debutti dietro la macchina da presa di Scarlett Johansson e Kristen Stewart. Ieri sulla Croisette anche l’arrivo della “pioniera“ Jodie Foster: "Continuo a sfidare me stessa".

Applausi per i debutti dietro la macchina da presa di Scarlett Johansson e Kristen Stewart. Ieri sulla Croisette anche l’arrivo della “pioniera“ Jodie Foster: "Continuo a sfidare me stessa".

Una, Scarlett Johansson, è l’attrice che ha fatto incassare di più con i suoi film, in tutta la storia del cinema. L’altra, Kristen Stewart, a 17 anni si ritagliava cinque minuti memorabili in Into the Wild, poi è stata Bella Swan, la protagonista di Twilight. Entrambe hanno deciso di sparire per un anno, di sottrarsi allo sguardo della macchina da presa. Per dirigere il film che volevano fare loro. E sono approdate, negli stessi giorni, a Cannes.

Entrambe hanno iniziato a recitare che erano bambine. Scarlett Johannson, a quarant’anni, ne ha già trenta di carriera, e cinquanta film alle spalle. Ha lavorato con Sofia Coppola, Christopher Nolan, i fratelli Coen, Noah Baumbach, Wes Anderson. A Cannes ha presentato nella sezione Un certain regard il suo debutto da regista Eleanor the Great. Sul tappeto rosso era col marito Colin Jost. "Essere qui è un sogno che si avvera", dice Scarlett: "Desideravo dirigere un film da quando ero sul set del film di Robert Redford L’uomo che sussurrava ai cavalli (Scarlett aveva 12 anni, ndr). Ho visto come Reford lavorava, come capiva gli attori, e ho pensato: voglio fare questo, un giorno!".

Il giorno è arrivato. Il suo film ha per protagonista l’attrice americana June Squibb, 95 anni. È lei l’Eleanor del titolo: vive in Florida con la sua amica Bessie, entrambe rappresentanti di una comunità ebraica di pensionati. Quando l’amica muore, Eleanor lascia la Florida e va a New York: lì entra in contatto con un gruppo di sopravvissuti all’Olocausto. Il tema dell’Olocausto, per Scarlett, fa parte della storia della sua famiglia: sua madre è una produttrice proveniente da una famiglia di ebrei polacchi, che hanno vissuto la tragedia dell’Olocausto. "Il film parla di amicizia, di dolore, di perdono", dice la Johansson. Sei minuti di applausi hanno salutato la proiezione del film.

Kristen Stewart, 35 anni, una candidatura all’Oscar per Spencer, biopic su Lady Diana, è ugualmente in concorso a Un certain regard con il suo The Chronology of Water, tratto dal romanzo-mémoir di Lidia Yuknavitch. Protagonista è Imogen Potts, che vive una vicenda di traumi e abusi fin dall’infanzia, e che adolescente si rifugia nella dipendenza dalle droghe, nell’autodistruzione, nel sesso come sfogo feroce. Kristen Stweart aveva acquisito i diritti del libro nel 2017. "Sin dalla prima lettura ho sentito una corrente elettrica. Mi sono tuffata nel viaggio non lineare del libro, attraverso i traumi e i ricordi di Lidia". Ci teneva, dice, a mostrare il percorso di Lidia in tutta la sua crudezza. "So che sembra drammatico, ma è vero. È incredibilmente violento essere una donna". E dice che è "assurdo" che ci abbia dovuto mettere otto anni per realizzare il film: "Raccontare questo tipo di storie in modo realistico dovrebbe essere normale".

Kristen Stewart critica quello che definisce "il sistema maschilista del cinema". "È una stupidaggine l’idea secondo cui devi avere abilità tecnica per girare un film. È una vera visione maschilista. Chiunque può fare un film, se ha qualcosa da dire". Stewart ha deciso di non girare il film negli Stati Uniti. "Ho evitato l’America e quel figlio di…", dice. Per oltre un anno, la Stewart non ha recitato, per terminare The Chronology of Water: "Ora che guardo il film, lo amo, è come guardare mio figlio all’asilo. Mi entusiasma". E pensa già al prossimo film da regista: "Mi piacerebbe recitare in qualcosa che ho diretto, e spero che lo farò presto".

C’è una terza star del cinema al femminile a Cannes in questi giorni. È Jodie Foster, 62 anni, anche lei ex bambina prodigio – a 13 anni era in Taxi Driver con De Niro – anche lei super-attrice: due gli Oscar vinti. E anche lei regista, autrice di ben quattro film – l’ultimo, Money Monster, del 2016. È arrivata sulla Croisette martedì come protagonista, insieme a Daniel Auteil, del thriller di Rebecca Zlotowski Vie privée, fuori concorso. Jodie Foster ha recitato per la prima volta in francese: "Ero spaventata, ma al tempo stesso era qualcosa che desideravo da tempo", ha confessato ieri l’attrice. "Quando recito in francese divento una persona diversa, meno sicura. E questo crea un nuovo tipo di personaggio per me".