Un modello virtuoso, un messaggio fortissimo, un modo importante di costruire il futuro di aziende e di tanti giovani che riscoprono la bellezza e l’importanza del lavoro manuale e dell’imparare un mestiere nobilissimo come quello del sarto, anzi del Maestro Sartore. E’ l’impegno di Kiton, azienda stellare con sede ad Arzano, vicino Napoli, dal 1968 anno di fondazione con il grandissimo e indimenticabile Ciro Paone, uno degli uomini che hanno fatto del vero Made in Italy una missione di vita e un impegno per le generazioni dopo di lui, familiari e non.
Ora Triennale Milano con la direttrice generale Carla Morogallo e Kiton, con l’amministratore delegato Antonio De Matteis (nipote di Ciro Paone) nei giorni di Milano Fashion Week hanno presentato la mostra ’Tailoring school. A journey into education’ a cura di Luca Stoppini, advisor per l’archivio moda del Museo del Design Italiano di Triennale nel Salone d’Onore del Palazzo dell’Arte.
Quattro tavoli da lavoro, portati direttamente da Arzano dove ha sede la Scuola di Alta Sartoria di Kiton fondata 23 anni fa da Ciro Paone che aveva intuito la necessità di un ricambio generazionale nel suo laboratorio, raccontano di passione e pazienza, amore per il lavoro con le mani e col cuore. Un impegno per migliorarsi nei 4 anni di durata dei corsi che specializzano in ogni parte della lavorazione di un abito da uomo bespoke, dal taglio ai punti molli, dalle asole alle fodere, passando per la fase non banale della stiratura che non stressa i preziosi tessuti usati da Kiton per le collezioni.
Un dibattito questo della manualità e della formazione che è entrato nelle accademie e nelle università e che interessa il futuro di tante aziende di moda leader del mondo, per fare di ragazze e ragazzi dai 18 anni in su, i sarti di domani. E ogni anno 25 di questi giovani entrano nel mondo del lavoro. "Noi ne abbiamo assunti almeno 200 e ne siamo felicissimi – racconta l’ad e presidente di Pitti Immagine De Matteis –. Questo grazie all’impegno dei nostri collaboratori, come Salvatore Tranchino che traccia le asole con lo scalpello e il martello o il tagliatore Giovanni Pellino e Antimo Comisso che insegna ad applicare le tasche alle giacche".
E alcuni maestri raccontano oggi di essere andati a bottega quando avevano 8 anni per rubare il mestiere con gli occhi e infilare gli aghi col filo. E di essere stati sempre al fianco di Ciro Paone, scomparso nel 2021, e di aver imparato prima di tutto da lui l’umiltà . In questi giorni sui tavoli tra metri, spilli e forbici, si è ricostruito il lavoro della Scuola di Alta Sartoria di Kiton (il marchio si chiama così dal greco Kithon della tunica cerimoniale), quasi un tavolo famigliare tanto è l’amore per il cucito che si respira in Triennale.
"Il meglio del meglio + 1" era la ricetta di Ciro Paone che oggi la famiglia porta avanti con amore e dedizione (la figlia del fondatore Maria Giovanna Paone, presidente dell’azienda di Arzano è la responsabile di Kiton Donna), e ora Antonio De Matteis la porta avanti per custodire le tradizioni che altrimenti si perderebbero e progettare il futuro. "La formazione non è uno strumento di marketing ma un investimento che gli imprenditori hanno il dovere di sottoscrivere – chiude De Matteis – fa parte della loro responsabilità sociale. Ecco perché bisogna partire dalla necessità di insegnare e non nascondersi dietro al finto paravento che i giovani non vogliono imparare. Occorre dare dignità e valorizzare l’apprendimento di un mestiere e di una professione anche dandogli un riconoscimento economico".
Eva Desiderio