Far uscire a 67 anni il primo album musicale, dopo una quindicina dalla nefasta diagnosi di sclerosi multipla, è un messaggio sociale di progettualità che solo un animo sereno come quello che, con giusto orgoglio, rivendica Rodolfo Laganà può lanciare in concomitanza con il quarantennale di carriera nel cinema. Non solo, ’Nun se scherza co’ l’amore’ è destinato a diventare una commedia musicale.
Come nasce la voglia di incidere un disco?
"E’ stata la naturale prosecuzione di una vita trascorsa nella musica. Musica dal vivo ne ho sempre fatta e mi era sembrato il momento giusto di selezionare una tracklist di fratellanza. Nel video del brano ’Famose ’n giretto’ sono presenti gli amici di una vita: da Carlotta e Sagitta Proietti, a Gegè Telesforo, da Sandra Collodel a Massimo Ghini, da Stefano Palatresi a Giampiero Ingrassia, a Massimo Wertmuller".
La canzone che dà il titolo all’album è una cover di Claudio Villa del 1957. Come l’ha scoperta?
"E’ stato il produttore Marco Rinalduzzi ad avermela sottoposta, l’ho trovata bellissima e con il nuovo arrangiamento è stata anche l’occasione per radunare intorno al progetto una folla di amici".
Poi c’è il calore del pubblico che non viene mai meno...
"Non ho mai smesso di fare teatro e per la prima volta in ’Nudo proprietario’ rivelo e svelo tanto del mio privato che ho sempre tenuto per me. Abbatto le mie barriere interiori sperando caschino anche quelle che innalzano gli altri".
Si riferisce alla denuncia contenuta in ’Carrozzella romana’?
"La gente che viene in camerino mi conferma della forza che trasmetto a chi si trova nella mia stessa condizione o ha in famiglia situazioni simili".
La malattia le ha ispirato una diversa visione della vita?
"Per assurdo la malattia mi ha fatto scoprire lati di me che non avevo ancora approfondito. Mi sono chiesto a lungo: “Perché proprio a me?“ ma non ho trovato la risposta. La mia medicina l’ho trovata stando sul palco e attorniandomi dagli affetti, a cominciare da mio figlio".
Come la vedono oggi nel suo ambiente?
"C’è chi pensa che non sia più in grado di fare certe cose. Ma questo vale solo per il cinema, il teatro mi permette di fare tutto. In ’Nudo proprietario’ sto in scena un’ora e quaranta seduto su una sedia e ciò focalizza ancora di più l’attenzione sul testo che magari quando ballavo e cantavo si disperdeva un po’".
Nella quotidianità, invece?
"Ci ho messo un po’ a rassegnarmi ma adesso vivo la mia condizione con serenità. Grazie alla fisioterapia posso muovermi col deambulatore e non con la carrozzina se non devo fare tanta strada. Poi considero l’essere vivo già un miracolo".
Il futuro come l’immagina?
"Mi vedo a teatro, tanto che sto già pensando di ricavare dal disco uno spettacolo alla Garinei e Giovannini. Ho lavorato tanto con loro che ne conosco i codici e la commedia musicale è la cornice adatta a questo disco. Poi se mi ricapitasse l’offerta per una serie tv, mi piacerebbe".
Cos’è il coraggio?
"Il coraggio è mettersi a nudo come faccio appunto a teatro scoprendo che alla gente piace molto conoscere l’uomo oltre l’artista".
Lorella Bolelli