Mercoledì 11 Dicembre 2024
EMILY POMPONI
Economia

Perché lo sciopero di oggi 8 novembre non ha fasce di garanzia. È legale?

Lo sciopero di oggi durerà tutta la giornata e non prevede orari garantiti. Diverse le proteste: negato diritto a salute, scuola e lavoro. Ecco le ragioni

Roma, 8 novembre 2024 - Città intasate, traffico in tilt e altri disagi. Il venerdì nero per il trasporto pubblico è arrivato, e mentre cittadine e cittadini hanno visto soppresse alcune corse ecco che attorno alla mobilitazione dei sindacati scoppia l’ennesima polemica. Si può fare uno sciopero senza fasce di garanzie? E perché lo sciopero di oggi 8 novembre 2024 rispetto agli altri non ne prevede? Facciamo chiarezza.

Lo sciopero

I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna hanno indetto per oggi uno sciopero di 24 per il Tpl, al quale però non hanno aderito Trenitalia, Italo e Trenord. Sebbene anche il Garante degli scioperi sia intervenuto assicurando almeno 30% del personale e i servizi essenziali (tra cui scuolabus, collegamenti con porti e aeroporti e trasporto per disabili), questo sciopero di fatto non prevede fasce di garanzia. L’ultima volta che è scattato uno sciopero di questo tipo risale al 2005. Ma perché l’assenza di fasce garantite?

Un cartello di un mezzo "fuori servizio" per lo sciopero del trasporto pubblico locale di venerdì 8 novembre
Un cartello di un mezzo "fuori servizio" per lo sciopero del trasporto pubblico locale di venerdì 8 novembre

I diversi orari città per città

Le fasce orarie di garanzia sono diverse da città a città. A Roma, ad esempio, sono garantite sia le linee A e B della metro sia alcune linee di superficie da inizio servizio fino alle 8:30 e dalle 17 alle 20. A Milano sono garantite le metro e alcune linee di superficie da inizio servizio alle 8:45 e dalle 15 alle 18. A Napoli servizio limitato di bus nelle fasce oraria dalle 6.30 fino alle 9.30 e dalle 17 fino alle 20. Qui gli orari nelle altre città.

Perché non ci sono fasce garantite

La ragione è da rintracciare nei motivi della protesta stessa, che porta i sindacati in piazza a chiedere ancora una volta il rinnovo del contratto collettivo del settore e soprattutto denunciare l'assenza di un incremento del fondo nazionale per il trasporto pubblico nella manovra di bilancio per il 2025. Come spiegano gli stessi sindacati, "Non si tratta di uno sciopero che chiede soltanto il rinnovo del Ccnl, scaduto dal 31 dicembre 2023, ma vuole provare ad aprire nel Paese una riflessione su un sistema di mobilità collettiva che, senza una riforma di sistema, rischia gradualmente di sparire, ormai non più solo nelle zone a bassa domanda, ma anche nei medi centri urbani e nelle grandi città. Assenza di risorse adeguate, 1,5 miliardi di tagli negli ultimi 10 anni e mancanza di politiche di programmazione producono un modello di mobilità sempre più incapace di intercettare le necessità della cittadinanza".

Cosa dice la legge

La legge di riferimento è la 146/1990, successivamente modificata dalla 83/2000, che regola l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, stabilendo limiti e modalità per garantire il rispetto dei diritti dei cittadini che ne usufruiscono. La ratio di questa legge mira a bilanciare il diritto di sciopero con la tutela dei diritti costituzionali fondamentali, come vita, salute, sicurezza, libera circolazione, assistenza sociale e istruzione; servizi minimi giudicati “indispensabili”. Per bilanciare il diritto di sciopero con questi diritti fondamentali, la protesta deve dunque permettere la continuità di queste prestazioni ritenute, appunto, indispensabili. A tal proposito, Filt Cgil ha precisato che l'assenza o meno delle fasce di garanzia è “una scelta che la legge sullo sciopero prevede possa essere usata una sola volta nel corso della vertenza nazionale, che rende ancora più chiara la drammatica emergenza che vive il settore”.

Alta adesione allo sciopero

Mentre il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi sta ricevendo al ministero una delegazione dei sindacati del trasporto pubblico locale, il segretario generale della Filt Cgil Stefano Malorgio ha commentato in piazza a Roma: “Lo sciopero ha avuto una grande riuscita in tutte le città, grandi e piccole, con un’adesione media del 90% con punte fino al 100%, nonostante i tentativi delle aziende di mettere in discussione a Roma e Milano, la possibilità, prevista dalla legge, di scioperare con le prestazioni ridotte nelle fasce di garanzia”.

Lo scontro politico

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha criticato duramente lo sciopero senza fasce di garanzia, ritenendolo scorretto e dannoso per milioni di lavoratori, specialmente chi ha appuntamenti urgenti. Pur sostenendo la richiesta di salari più alti e maggiore sicurezza, ha dichiarato che scioperi selvaggi aggravano i problemi e ha intenzione di incontrare i sindacati per discutere soluzioni. Salvini ha anche criticato il segretario della Cgil, Landini, accusandolo di fare politica anziché sindacato, per aver promosso scioperi che, secondo lui, rallentano il Paese.

Di contro, la segretaria dem Elly Schlein ha criticato i tagli del governo al settore Tpl, definendoli "inaccettabili" e sottolineando l'importanza di sostenere i lavoratori in sciopero. Secondo Schlein, i 120 milioni di euro previsti per il 2025 sono insufficienti rispetto al fabbisogno stimato di 1,7 miliardi, non coprono l'inflazione e riducono i servizi per i cittadini, rendendo difficile per i lavoratori svolgere adeguatamente il proprio compito in un settore essenziale.