Mercoledì 24 Aprile 2024

Clima, l'Onu: temperature fuori controllo. "Ecco la guida per far sopravvivere l'umanità"

Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite lancia l'allarme: "A rischio gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Dobbiamo fare di più e più velocemente"

Roma, 20 marzo 2023 – Il cambiamento climatico accelera: il caldo torrido degli ultimi anni presto potrebbe sembrare fresco, poiché il riscaldamento causato dall’attività umana raggiungerà +1,5 gradi di temperatura rispetto all’era preindustriale già nella prima metà del prossimo decennio. E’ quanto emerge dall’ultimo report di sintesi del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), il principale organismo delle Nazioni Unite per la valutazione dei cambiamenti climatici.

La moria di pesci in Australia per la mancanza di ossigeno nell'acqua (Ansa)
La moria di pesci in Australia per la mancanza di ossigeno nell'acqua (Ansa)

Ciò significa che l’obiettivo posto nell’Accordo di Parigi, ovvero limitare l’aumento della temperatura media mondiale a 1,5 gradi, probabilmente non sarà raggiunto. Ma questo non significa che non c’è più niente da fare, sottolineano gli esperti. Nelle parole del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, la “bomba orologeria” può ancora essere disinnescata. Tuttavia, per farlo ci vorrà “un salto di qualità” nell’operato dei governi. L’attesissimo report, definito da Guterres come “un manuale di sopravvivenza per l’umanità”, riassume le sfide climatiche dei prossimi anni e propone azioni concrete per arginarle.

Gli effetti del cambiamento climatico hanno già causato danni innumerevoli sia alla natura che all’umanità. I fenomeni meteorologici estremi come ondate di calore, gelate, tornado, inondazioni (e così via) saranno sempre più frequenti, e continueranno a colpire in modo sproporzionato le comunità vulnerabili che storicamente hanno contribuito meno all’attuale situazione avversa. E mentre le emissioni di gas serra continuano a crescere nel mondo, la temperatura media è già oltre 1,1 gradi sopra quella osservata nel periodo 1850-1900. E’ vero che i governi del mondo adottano nuove misure costantemente per affrontare la sfida del cambiamento climatico, sottolineano gli autori del report, ma il gap tra obiettivi e realtà è talmente grande che gli attuali sforzi semplicemente non bastano più.

La comunità scientifica distingue tra due tipi principali di azione di contrasto: adattamento e mitigazione. Il primo consiste nell’anticipare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici, mentre il secondo mira a rendere meno gravi gli impatti dei cambiamenti inevitabili e/o irreversibili. Ci sono ancora opzioni di adattamento aperte, tuttavia, in alcuni casi l’unica scelta rimasta è la mitigazione – che non è per nulla meno importante o significativa per quanto riguarda il futuro della nostra Terra.

Secondo gli autori del rapporto, vi sono 8 possibili scenari del riscaldamento globale: il migliore si verificherebbe se l’aumento della temperatura media mondiale rimanesse al di sotto di 1,5 gradi, o arrivasse al massimo a 1,6. Date le condizioni attuali, gli esperti sottolineano che anche se eventualmente si supera questa soglia, il processo non è irreversibile. Infatti, le temperature possono riabbassarsi gradualmente con sostenute emissioni nette negative di CO2. Un’impresa non impossibile, ma non da poco. Occorre tenere in mente, tuttavia, che un overshoot del genere (superamento della soglia) non rimarrebbe senza conseguenze, la cui gravità varia a seconda della durata e della dimensione dell’eccesso.

L’azione chiave, dunque, rimane la riduzione delle emissioni di gas serra. Ma occorre farlo a un passo molto più elevato: le emissioni vanno dimezzate entro la fine del decennio, altrimenti dobbiamo fare i conti con un certo grado di overshoot. E per fare ciò c’è bisogno di più finanziamenti, più cooperazione internazionale, e di più attenzione all’equità, alla giustizia e all’inclusione da un punto di vista climatico, conclude il report. Gli effetti diretti e indiretti del global warming si intrecceranno sempre di più, creando problemi a cascata più complessi e difficili da gestire: basti pensare all’ombra di un’ondata migratoria di massa innescata dal cambiamento climatico, o alle città o interi paesi che potrebbero sparire a causa dell’innalzamento dei mari. Un problema globale richiede una soluzione globale: il futuro dipende dallo sforzo di ogni singolo cittadino del mondo.  

 

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