Venerdì 26 Luglio 2024

The bad guy: 5 motivi per vederlo

Un successo per pubblico e critica: ecco perché ‘The bad guy’ è assolutamente da vedere

The bad guy

The bad guy

Uscita ufficialmente su Prime Video l’8 dicembre 2022, la serie italiana ‘The bad guy’ è una delle rivelazioni di questa stagione. La produzione sta infatti ottenendo molto successo tra gli spettatori e anche la critica si dice convinta dalla qualità dello show. Ecco allora cinque motivi per cui vale la pena guardare i sei episodi che compongono la serie diretta da Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana.

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1. L’attore protagonista Il personaggio principale della serie, il burbero magistrato Nino Scotellaro, è interpretato da Luigi Lo Cascio. L’attore di origine siciliana non è nuovo nei ruoli che hanno a che fare con l’ambiente crime. In passato ha infatti preso parte a film come ‘Buongiorno, notte’ e ‘Il traditore’ di Marco Bellocchio e ‘Romanzo di una strage’ e ‘I cento passi’ di Marco Tullio Giordana. Per quest’ultimo – nei panni di Peppino Impastato – ha anche ottenuto nel 2000 il David di Donatello come migliore attore protagonista. La partecipazione di un attore da sempre impegnato nel cinema d’autore e in teatro è certamente un valore aggiunto per la serie.

2. Il dialetto conforme alla realtà Strettamente legato alla partecipazione di Luigi Lo Cascio, ma anche di tanti altri attori siciliani presenti nel cast, è l’uso del dialetto e della vera inflessione siciliana nel corso degli episodi. Non di rado capita che le serie prodotte e realizzate in Italia siano ambientate nelle regioni del sud. Gli attori scelti per i ruoli chiave, però, spesso non sono locali. Una discrepanza che si fa notare soprattutto nel linguaggio e che rende gli show poco credibili nel complesso. ‘The bad guy’, invece, è perfetta anche sotto questo aspetto.

3. La scena del ponte sullo Stretto La serie non è ispirata a fatti realmente accaduti e in alcune sequenze potrebbe addirittura essere definita distopica. Ad esempio nella scena in cui compare il Ponte sullo Stretto di Messina. Una serie di fotogrammi che hanno conquistato il pubblico e che già da soli meriterebbero un encomio. La strada immaginaria che collega la Calabria e la Sicilia è la protagonista di una sequenza fondamentale per ‘The bad guy’ e ha catturato anche l’attenzione di qualche politico.

4. Le influenze letterarie Se è vero che ‘The bad guy’ non è ispirata alla realtà, è altrettanto vero che ha diversi rimandi alla letteratura internazionale. Per ammissione degli autori, infatti, il personaggio di Nino Scotellaro è liberamente ispirato al Conte di Montecristo, ma non solo. Nella sua storia personale e nel modus operandi si ritrovano anche riferimenti al Mattia Pascal di Luigi Pirandello e a Ulisse, con cui il magistrato condivide la sete di vendetta e l’impresa del viaggio. Essendo una serie prevalentemente ambientata in Sicilia, ci sono anche dei riferimenti alle opere e ai personaggi raccontati da Leonardo Sciascia.

5. I tratti comedy La vera arma vincente della serie è però certamente la capacità di rendere il racconto della malavita organizzata addirittura comico in alcuni punti. Un argomento così pesante per la storia d’Italia, viene solitamente raccontato sullo schermo a tinte forti. ‘The bad guy’, invece, mette in evidenza i particolari più assurdi che riguardano la vita dei criminali protagonisti dello show per tentare di sbeffeggiarli. Si tratta di una pratica che gli ideatori/registi della serie tv hanno riportato in molti dei loro lavori. Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana sono infatti anche i creatori di ‘Metti la nonna in freezer’ o ‘Benvenuto Presidente’. Due film che nascondono la denuncia sociale dietro a una maschera da commedia.

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