Lunedì 29 Aprile 2024

C’è posta da Mediaset: un “contro Festival“

Pier Silvio Berlusconi: "Stavolta non de-programmiamo. La presenza di Zelensky? Siamo con lui, ma da cittadino mi turba"

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di Piero Degli Antoni

"Se mi chiedete cosa penso dell’eventuale partecipazione di Zelensky in video al Festival di Sanremo, devo dividere in due la risposta. Da un lato ho grande rispetto della libertà di espressione. Noi tutti siamo con lui e con un popolo che è stato aggredito. E comunque si tratta di una scelta della Rai in cui non voglio intromettermi. Ma, come cittadino che paga il canone, voglio dire che il collegamento con Zelensky non mi fa piacere. Mi turba. Per dirla tutta, preferirei che non ci fosse. C’è un conflitto in ballo, ci sono dei morti, cosa c’entra Sanremo? Stiamo parlando di una situazione assai più complicata, rispetto a quando è apparso a Venezia o ai Golden Globe". Piersilvio Berlusconi ha seppellito così, con un macigno tombale, la questione Zelensky che in questi giorni sta agitando le cancellerie dei partiti. Lo ha dichiarato con la consueta candida sincerità a una platea ristretta di giornalisti, convocati in realtà per essere edotti sul successo dell’espansione della pubblicità sul digitale. Ma, quando arriva Piersilvio, è inevitabile parlare di tutto.

Come mai avete deciso, dopo molti anni, di controprogrammare Sanremo?

"Non mi piace la parola controprogrammare, non usatela. Piuttosto non deprogrammiamo, andiamo avanti con il nostro solito palinsesto. In realtà si tratta di sole due trasmissioni, Il Grande Fratello e C’è posta per te. Con grande coraggio Maria De Filippi ha voluto andare in onda al sabato, quando avrebbe anche potuto spostarsi".

Cosa vi ha fatto decidere?

"Ciò che è accaduto durante i Mondiali (trasmessi dalla Rai, ndr). La raccolta pubblicitaria è rimasta la stessa anche in quel periodo, gli investitori erano ben felici. La parola chiave è ‘alternativa’, alternativa per gli spettatori ma anche per chi fa pubblicità. Vi rivelo una cosa: alcuni tra i grandi marchi che hanno comprato spazi sul Festival li hanno comprati anche da noi, in contemporanea. Non meravigliatevi: se un’azienda vuole arrivare al massimo numero di possibili clienti, vuole raggiungere anche quelli che Sanremo non lo guardano. Abbiamo venduto gli spazi secondo il listino normale, senza sconti. Poi casomai ci regoleremo con gli investitori (significa che, in caso non si raggiungano gli ascolti previsti, ci si accorda per risarcirli con ulteriori spot, ndr). Togliere tutto dai nostri canali avrebbe significato fare una tv da terzo mondo. Diciamo che Sanremo lo seguono dieci milioni di italiani, e gli altri cinquanta? Se Sanremo farà il 60% di ascolto, resta comunque il 40%".

Che Mediaset abbia dissotterrato l’ascia di guerra è dimostrato dal fatto che per la prima volta, dopo moltissimi anni, Striscia la notizia si occuperà di nuovo del Festival con le scorrerie di Enrico Lucci. Ne vedremo delle belle.

Si è detto della pubblicità digitale (significa la pubblicità che va in onda sulle smart tv collegate a Internet, sui cellulari, sui pc) che sta avendo una crescita esponenziale (oltre 10 milioni di video visti ogni giorno, equivalenti a 1,3 milioni di ore) e che ormai rappresenta una buona percentuale del budget Mediaset (numeri precisi, pur richiesti, non sono stati fatti).

La pubblicità digitale è però ben diversa da quella innocua televisiva. Gli algoritmi di Mediaset seguono passo passo tutti coloro che si sono registrati all’app Mediaset (8 milioni di smartphone) e quando si scrive ‘passo passo’ è letterale: ognuno viene geolocalizzato con una precisione di 5 metri. Per cui se, per esempio, uno (per fortuna identificato col numero ip e non con nome e cognome) entra in un concessionario auto, Mediaset lo sa in tempo reale e gli spara subito (o poco dopo) uno spot che reclamizza una vettura concorrente. Il Grande Fratello. Ma quello vero.

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