Mercoledì 11 Giugno 2025
PIERLUIGI MASINI
Magazine

CARLO MOLLINO, LA LINEA CURVA ENTRA IN CASA

di Pierluigi Masini

Architetto capace di progettare baite in montagna, come anche residenze cittadine e teatri, e poi di arredarli con mobili in cui il legno veniva sagomato e piegato in modo impossibile. Ma anche aviatore, sciatore, fotografo, artista, viaggiatore, pilota, scenografo, saggista: Carlo Mollino (1905-1973) incarnava un universo di passioni parallele tutte vissute con animo futurista e abiti dandy. Geniale e anticonformista per definizione, il suo destino è stato quello di essere guardato con sospetto da parte della letteratura mainstream. Unica eccezione o quasi, quella di Bruno Zevi, che così lo ricordava all’indomani della scomparsa sulle colonne dell’Espresso: "Il caso Mollino resta problematico, ermetico, fuori d’ogni classifica, da studiare a lungo".

Oggi l’occasione per tornare ad assaporare le ardite geometrie di Mollino viene da Zanotta, che gli rende omaggio attraverso la riproposizione di otto pezzi storici che vanno dal 1938 al 1959: otto capolavori attualissimi che conservano il fascino vintage a conferma del valore della ricerca di Mollino. Già Aurelio Zanotta, all’inizio degli anni ‘80, aveva deciso di mettere in catalogo la sedia Fenis, disegnata da Mollino per il suo ufficio di direttore del Politecnico di Torino, perché attratto dalla capacità di sperimentare e proporre qualcosa di distante dalla logica dell’industrial design. Oggi, con la Collezione CM 2020, insieme alla sedia in legno massello del ‘59 che riprende una tipologia valdostana, arrivano altri progetti dell’architetto torinese, contrassegnati dalla sigla CM a lasciar intendere che non si tratta di riedizioni. È il caso di Carlino, il progetto del 1938 di un comodino a una sola zampa per Casa Miller, che Gio Ponti su Domus racconta come "l’esempio di quegli esseri bizzarri messi al mondo da Mollino attraverso incroci fantastici". E di quello stesso anno è lo specchio Milo, classico e metafisico insieme (bello ritrovarsi nella silhouette della famosa Venere). Degli anni Quaranta è la poltrona Ardea (un modello di bergère disegnata per Casa Minola, 1944-46), con le grandi orecchie e i morbidi braccioli e il tavolo , che connotava la sala da pranzo di Casa Orengo, oggi in collezione privata a New York, dove il gioco di incastri in legno disegna un’ossatura aeronautica tenuta da puntoni e tiranti su cui è appoggiato il piano in cristallo. Un’icona assoluta del design. E poi ancora il tavolino Arabesco di indiscusso fascino, con un gioco di curve e controcurve al limite della sopportabilità per il multistrato. Concludono la serie lo scrittoio Cavour e la poltrona Gilda, che si caratterizza per il sedile reclinabile a cremagliera.

La riscoperta di Mollino, celebrato a Torino in una famosa antologica nel 2006, passa anche attraverso la prossima asta de "Il Ponte" (a Milano il 23 e 24 luglio), che tra i pezzi forti propone una coppia di letti singoli sovrapponibili della “Casa del Sole” di Cervinia, 1955 circa, stimati tra i 10 e i 15mila euro.