Venerdì 8 Novembre 2024
ANDREA MARTINI
Magazine

Cannes 2024. Parthenope in gara: sarà (di nuovo) la mano di Sorrentino

Annunciato il cartellone dell’edizione numero 77, al via il 14 maggio. Il film del premio Oscar (unico italiano) in concorso con Coppola e Lanthimos.

Cannes 2024. Parthenope in gara: sarà (di nuovo)  la mano di Sorrentino

Cannes 2024. Parthenope in gara: sarà (di nuovo) la mano di Sorrentino

All’annunzio del programma la domanda di rito è: quale sarà la Palma di quest’anno? Difficile rispondere anche perché spesso non si ricorda nemmeno il film incoronato l’anno prima. Anatomia di una caduta ha avuto il pregio di rimanere impresso ma non sempre è così. Thierry Frémaux, patron da un paio di decadi, è meno enfatico del solito, modula i toni e si scalda solo nel dire che la 77ª edizione del Festival sarà ancora più ricca delle precedenti. Insomma, Cannes è colta e popolare, innovativa e celebrativa, sicura di sé tanto da tener a distanza le major dello streaming. Il Concorso non è tutto ma per altri versi lo è: se Frémaux lo svela per ultimo è perché si tratta dei titoli che tutti vogliono sapere per primi.

Come si sa vi figura, unico film italiano, Parthenope di Paolo Sorrentino epico affresco di una figura femminile in cui si rispecchia il tumulto di una città in continuo fermento. Napoli fatta uscire dalla propria cartolina, abitata dalle passioni, dalle imprevedibilità del caso, dai contrasti sociali, ferita da dolori capaci di lacerare ogni tessuto. Non si fanno ipotesi se non quella che per non essere felliniano la sarà ancora di più. La parentesi sul cinema italiano si chiude purtroppo presto con I Dannati dell’italo italiano Roberto Minervini, presente al Certain Regard, e con il curioso omaggio reso a Mastroianni in Marcello mio da Christophe Honoré, complice la figlia Chiara che ne riveste i panni (ovviamente Freud al lavoro!). C’è che recriminerà tanto più che in questo momento il nostro cinema vive per l’ennesima volta attimi d’incertezza.

Per il resto il Concorso è come d’uopo l’eterno confronto dei vecchi contro i giovani, pluri-palmati contro palmabili, terzi incomodi in agguato, forse favoriti da una giuria capeggiata da Greta Gerwig reduce dal successo di Barbie. Grande curiosità suscita l’opus, s’immagina finale, di Francis Ford Coppola, Magalopolis, caduta e utopica rinascita di una città: budget d 100 milioni de dollari con un cast che riunisce Adam Driver, Dustin Hoffman, Laurence Fishburne, Shia LaBeouf e Jon Voight. Tra i laureati anche Jacques Audiard il cui Emilia Perez racconta la vicenda vera, con imprevisto finale, di una super avvocatessa messicana al servizio dei cartelli della droga.

Da prendere in seria considerazione l’infaticabile coppia Yorgos Lanthimos–Emma Stone che dopo i trionfi di Venezia e degli Oscar torna con Kinds of Kindness favola eccentrica basata su un trittico di figure inquiete decise a perseguire obiettivi inconfessabili. Molti gli autori carismatici da cui è lecito attendersi qualche sorpresa: David Cronenberg presente con The Shrouds (I sudari) ove l’inconsolabile vedovo Vincent Cassel trova un sistema di connettere i vivi ai loro cari morti; Paul Shrader con Oh Canada in cui Richard Gere interpreta un vecchio regista deciso a raccontare a poche ore dalla morte la vera storia della propria vita; Jia Zhang-Ke con Caught by the Tides in cui vengono riletti gli ultimi trent’anni della Cina attraverso la vicenda di due coniugi che si cercano incessantemente nonostante lutti e pericoli; il russo in esilio Kirill Serebrennikov con Limonov mette in scena a suo modo il controverso personaggio immortalato sulla pagina da Emmanuel Carrère.

Non dovrebbero deludere due autori già comprovati come la scozzese Andrea Arnold (Bird) e Sean Baker (Anora); più rischioso il melodramma Grand Tour del portoghese Miguel Gomes ambientato nella Birmania dei primi anni del ‘900. Il resto prevede qualche film francese di troppo e un’opera prima di prammatica, Diamant brut di Agathe Riedinger, che porta a quattro le registe presenti in Concorso.

Le promesse e il meglio del cinema di domani verrà come al solito dal Certain Regard o nelle Proiezioni Speciali: attenzione soprattutto a La belle de Gaza in cui Yolande Zauberman documenta il percorso di giovani palestinesi transessuali a Tel-Aviv e a L’invasion del cineasta ucraino Sergei Loznitsa. Qualcuno dirà, forse non a torto, che il vero festival sta nel Fuori Concorso. Qui si va dalla quinta puntata della saga Mad Max, Furiosa, con Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth a Horizon, an american saga epopea western di e con Kevin Costner. La festa comincia martedì 14 maggio con Le deuxième acte di Quentin Dupieux, complici Léa Seydoux, Louis Garrel, Vincent Lindon.