È un dolcissimo regalo di commiato quello che Ferrero ci ha fatto pubblicando Italo, un libro rigoroso e accorato sulla vita di Calvino. I due si sono frequentati per una vita, lavorando gomito a gomito alla Einaudi. Eppure Ferrero, raccontando l’amico e collega, non cede quasi mai agli aneddoti personali. Ricostruisce piuttosto la vita del narratore con sguardo terso, affidandosi alle fonti scritte, solo intenerite qui e là dagli elementi di relazione umana.
Un lavoro complesso, ma d’altronde l’autore, scomparso a 85 anni neanche un mese dopo l’uscita del libro, con i registri della scrittura aveva una certa dimestichezza. Scrittore, editore, direttore del Salone del Libro, vincitore del Premio Strega, e soprattutto testimone del fenomeno Calvino che in duecento pagine è in grado di restituirci integro da ogni retorica.
Si parte dall’infanzia per arrivare alle Lezioni americane, passando per la guerra partigiana, il giornalismo, gli amori e ovviamente la scrittura: uno strumento di rigorosa (e gioiosa) descrizione del mondo che fu capace di caratterizzare la letteratura italiana contemporanea nel mondo come pochissimi altri.
Il percorso professionale di Calvino è ben descritto nel libro di Ferrero. Un dietro le quinte dalla sua scrivania che apre la strada alla storia privata dell’intellettuale sanremese senza permetterle mai di prendere il sopravvento. Come se l’uomo camminasse giusto un passo dietro allo scrittore, con i suoi silenzi, le sue irrequietezze, la sua fantasia, l’ironia e quello sguardo sulle cose che poi fiorisce miracolosamente nella pagina scritta.
Il miracolo di Ferrero è farci vedere questo passaggio interiore in un racconto collettivo, in cui all’intellettuale Calvino si sommano le vicende di Italo, mescolate con maestria a quelle dei tanti personaggi nei quali si è immedesimato: da Marcovaldo a Cosimo Piovasco di Rondò (il barone rampante) fino al definitivo signor Palomar: “Un uomo che è qualcuno che si è messo in viaggio per raggiungere, passo a passo, la saggezza, ma non è ancora arrivato”, spiega Calvino e riporta Ferrero. Che stile!
Chi ama l’autore delle Cosmicomiche, oltre a rileggerne le opere in questi mesi di celebrazioni per il suo centenario, dovrà pur passare anche da questo volume. Che è una carezza per l’anima, e insieme il ricordo di un tempo perduto, quando nelle stanze delle case editrici, nel cantiere di ogni libro, lavoravano Cesare Pavese, Natalia Ginzburg, Italo Calvino, Ernesto Ferrero. Questo libro, oltre a parlarci di Calvino, è una finestra su quel mondo. Ed è uno spettacolo superbo.
Simone Arminio