Un altro capitolo si aggiunge alle accuse di violenze, molestie, comportamenti non appropriati che hanno nel mirino le star di Hollywood. Vin Diesel, l’attore e produttore di Fast and Furious, uno degli attori più ricchi di Hollywood – 54 milioni di dollari guadagnati lo scorso anno – è stato accusato da una sua ex assistente, Asta Jonasson. Una vicenda da chiarire ma che sembra parte di una sorta di maledizione-Fast and Furious, tanti sono i guai e le disgrazie collegati alla saga.
La vicenda di Vin Diesel sarebbe andata così, nell’hotel St Regis di Atlanta, nel 2010, durante le riprese di Fast and Furious 5. Secondo la denuncia depositata giovedì a Los Angeles, Diesel avrebbe chiesto alla ragazza di trattenersi nella sua suite, insieme ad altre persone. Rimasti soli, avrebbe afferrato la Jonasson per i polsi e l’avrebbe spinta sul letto. La ragazza si sarebbe divincolata: ma l’attore avrebbe iniziato a baciarla e ad accarezzarla. Diesel avrebbe poi tentato di sfilarle la biancheria intima: lei grida, corre verso il bagno vicino. La denuncia dice che la Jonasson chiuse gli occhi, nel terrore, aspettando solo che tutto finisse. Jonasson venne licenziata poche ore dopo dalla sorella di Diesel, Samantha Vincent, anche presidente della sua casa di produzione.
Si legge nella denuncia: "Le era chiaro che veniva licenziata perché non era più utile – Vin Diesel l’aveva usata per soddisfare i suoi desideri sessuali, e lei aveva resistito". La Jonasson accusa Diesel e la sua compagnia di licenziamento illegittimo, e di aver creato un ambiente di lavoro tossico. La sua avvocatessa, Claire-Lise Kutlay, chiosa: "Nessuno è tanto famoso o potente da poter eludere la giustizia".
La risposta di Vin Diesel, attraverso il suo avvocato, è categorica: "Vin Diesel nega questa affermazione nella sua interezza", si legge nella nota del legale, Bryan Freedman. "È la prima volta che sente parlare di un’accusa vecchia di oltre tredici anni fatta da una che ha lavorato solo nove giorni. Ci sono prove evidenti che confutano completamente queste accuse assurde".
Diesel è fra i protagonisti della saga Fast and Furious, storie di macchine eccezionali e gare mozzafiato, fin dal primo film nel 2001, ed è anche fra i produttori del franchise. I film sono stati dei successi enormi: gli ultimi due capitoli hanno incassato più di un miliardo di dollari ciascuno.
Ma sulla saga sembra pesare una maledizione. Nel 2013 perse la vita uno degli attori protagonisti, Paul Walker. Per una beffa del destino, morì in un incidente d’auto, con una Porsche Carrera GT che si schiantò contro un albero e prese fuoco. Aveva quarant’anni. Nel 2019, lo stuntman che faceva da controfigura a Vin Diesel stava girando una scena da un balcone molto alto. È saltato, attaccato a un filo di sicurezza, ma il cavo si è spezzato, e l’uomo è precipitato a terra, riportando gravissime ferite. Nello stesso anno, John Singleton, regista del secondo episodio, 2 Fast 2 Furious, primo regista afroamericano a ricevere una nomination all’Oscar, fu stroncato da un ictus ad appena 51 anni.
C’è anche una maledizione “minore“. Quella che vede attrici di enorme spessore non riuscire a incidere, nei film del franchise. Tre attrici da Oscar come Brie Larson, Charlize Theron ed Helen Mirren, ad esempio, in Fast X rimangono marginali, non riescono a colpire lo spettatore. Fast and Furious rimane un franchise machile e macho. Non è un ambiente per donne. Sul set, e – probabilmente – anche fuori dal set.