Giovedì 2 Maggio 2024

Veneto: patrimonio dell'Umanità le colline del prosecco

L’Unesco ha riconosciuto Patrimonio dell’Umanità le colline del Prosecco 
di Conegliano e Valdobbiadene. Una battaglia iniziata nel 2008 e che si è conclusa riconoscendo l’assoluta originalità e bellezza di un luogo. Ora l’impegno a continuare la strada intrapresa nel rispetto di una sempre maggior tutela ambientale.

Veneto mappa

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Una battaglia più che decennale, un cammino iniziato nel lontano 2008, ma alla fine il risultato è stato raggiunto: le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono Patrimonio dell’Umanità. Un vino che, come sottolinea il presidente degli enologi Riccardo Cotarella, nasce su “colline che tanti amano vedere, ma che nessuno vuole lavorare”. Territori che richiedono fatica per essere coltivate e che l’uomo, con tenacia e dedizione, è riuscito a modellare regalando un habitat unico alla vite. «Quello del Prosecco - sottolinea Cotarella - è un ambiente dove la geografia si mescola di continuo con la storia, che ha nella presenza plurisecolare della Serenissima, il segno distintivo e inconfondibile. Ad un osservatore poco attento potrebbe apparire come un paesaggio caotico,fatto di discontinuità nelle forme, nei colori, nelle fratture tra i diversi livelli delle colline o nelle prospettive della pianura, ma esso nasconde l’energia del disordine entropico, della volontà dell’uomo di non disturbare l’armonia della natura originaria, di affrontare l’asprezza delle forme della terra con lo spirito di un artista del Rinascimento».

Il verdetto è stato emesso a Baku, in Azerbaijan, con delibera unanime dei ventuno Stati membri del Comitato del Patrimonio mondiale Unesco. Si tratta del cinquantacinquesimo sito italiano a ottenere il riconoscimento, il secondo direttamente legato al vino, dopo i paesaggi vitivinicoli del Piemonte (Langhe, Roero e Monferrato) che hanno raggiunto l’obiettivo nel 2014. Sono state superate le questioni legate alla tutela del territorio, riconoscendo l’assoluta bellezza di un luogo che d’ora in poi dovrà essere monitorato con ancora più attenzione anche da un punto di vista ambientale per le questioni legate alla monocoltura (e quindi la relativa scomparsa della biodiversità) nonché all’uso di pesticidi. Molto esplicite risultano infatti le raccomandazioni Unesco che richiamano l’attenzione sulla tutela dei territori “a favore delle future generazioni, in coerenza con l’obiettivo di un equilibrato e armonico sviluppo”. Quindi si fa riferimento a uno sviluppo controllato, gestito e indirizzato con un approccio sostenibile. Di certo la candidatura è stata sostenuta con forza dal governo nazionale e da quello regionale, con il governatore Luca Zaia in prima linea fin dai tempi in cui era ministro delle Politiche agricole.

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