Roma, 16 settembre 2024 – “Qui tutto bene”. E’ uno degli ultimi messaggi inviati dall’equipaggio a bordo del Titan prima che i contatti con il sottomarino imploso si interrompessero. La conversazione con la nave in superficie Polar Prince è contenuta in un’animazione video illustrata oggi, primo giorno di udienza del Marine Board of Investigation, organismo della Guardia costiera Usa che si occupa di investigare le cause di disastri in mare. Il filmato ricostruisce gli ultimi momenti di ‘vita’ del sottomarino impegnato in una spedizione indirizzata al relitto del Titanic. Nel dossier della Guardia costiera c’è anche una foto dei resti del Titan incagliati sul fondale.
Le ultime comunicazioni dal Titan
Titan e Polar Prince si scambiano messaggi circa la profondità e il peso del sommergibile durante la discesa. La comunicazione è difficoltosa tanto che la nave invia ripetute richieste (“Ci vedete ancora sul display di bordo?”), prima di ricevere una risposta. In ogni modo alle 10.18 dal Titan arriva la rassicurazione: “All good here”. Mezz’ora dopo – a partire dalle 10.44 – le comunicazioni cessano del tutto. Da quel momento in poi nessuno riuscirà a più a mettersi in contatto con le persone a bordo del Titan. Cinque, tutte morte nell’implosione del sommergibile, tra cui il Ceo di OceanGate, l’azienda produttrice del sottomarino, l’uomo di affari americano Stockton Rush. Gli altri sono Paul-Henri Nargeolet, conosciuto come Mr. Titanic per il numero di volte (37) che si è immerso, Shahzada Dawood e il figlio 19enne Suleman Dawood e l’avventuriero britannico Hamish Harding.
La ricostruzione video
Le indagini
Quel 18 giugno del 2023 il Titan smette di mandare segnali due ore dopo la sua immersione. Successivamente viene ritrovato sul fondo dell'oceano a circa 330 metri dalla prua del Titanic.
Le indagini su cosa sia successo a bordo vanno avanti da oltre un anno. Mirano a stabilire se ci siano stati errori nella costruzione del sommergibile (nell’uso dei materiali o nel design), o violazioni delle norme sulle licenze, o ancora se ci siano state negligenze da parte delle autorità predisposte ai soccorsi.
Secondo quanto riporta la CBS, dall’udienza di oggi è emerso che il Titan “è stato lasciato esposto alle intemperie mentre era in deposito per sette mesi nel 2022 e nel 2023”. Inoltre, “lo scafo non è mai stato revisionato da terzi, come da procedura standard”. A questo si aggiunge un “design non convenzionale del sommergibile”.
Dieci ex dipendenti dell'OceanGate testimonieranno nell'udienza a North Charleston, nella Carolina del Sud, che durerà due settimane. Oggi è stato ascoltato Tony Nissen, ex direttore dell'ingegneria della OceanGate. Parallelamente alla Guardia costiera anche il National Transportation Safety Board sta conducendo le sue indagini.