
Sudan, esercito con il popolo contro Bashir (Lapresse)
Khartoum, 11 aprile 2019 - Colpo di Stato in Sudan. Una quarantina di veicoli militari hanno circondato il palazzo presidenziale a Khartoum. E, come annuncia il ministero della Difesa sudanese, il presidente Omar al Bashir è stato arrestato e si trova ora "in un posto sicuro". Per i prossimi due anni, dunque, le forze armate sudanesi "prenderanno il potere", sarà imposto lo "Stato d'emergenza per tre mesi" insieme a "un coprifuoco notturno di un mese"; la Costituzione "sarà sospesa", il governo e il Parlamento "saranno sciolti". Questo il comunicato diffuso dal tenente generale e primo vicepresidente del Sudan Awad Mohamed Ahmed Ibn Auf.
Nella capitale la gente già festeggia in strada. In manette alti esponenti del governo sudanese, mentre sono stati "liberati", come riporta l'agenzia ufficiale 'Suna', "tutti i detenuti politici in tutto il Paese". Chiuso l'aeroporto. L'esercito sudanese ha annunciato per giovedì la formazione di un consiglio militare di transizione. Al-Arabiya riporta che il consiglio di transizione sarà guidato da Ahmed Awad Ibn Auf, il primo vicepresidente e ministro della difesa del Sudan.
Tutti i membri del governo del Sudan sono stati arrestati, lo riferisce la giornalista e presidente di Italians for Darfur, Antonella Napoli, che cita Yassir Arman, leader del Sudan people liberation movement del Nord e oggi segretario per gli Affari esteri della coalizione Sudan Call, che raggruppa 22 partiti di opposizione. In precedenza il sito di Arab News indicava tra gli arrestati il vicepresidente del National Congress Party, Ahmed Haroun. Fermato anche l'ex vice presidente di Bashir, Ali Osman Taha, e le guardie del corpo del presidente.
Durante le prime fasi del golpe ci sarebbero stati alcuni scontri tra forze di sicurezza e i militari, secondo fonti di stampa e attivisti. I soldati avrebbero fatto fuoco per difendere i dimostranti presi di mira dalle forze di sicurezza e milizie fedeli a Bashir.
PAPA: "CESSINO OSTILITA'" - A chiusura del ritiro spirituale papa Francesco dichiara: "Auspico di cuore che definitivamente cessino le ostilità, che l'armistizio sia rispettato, per favore, che l'armistizio sia rispettato, che le divisioni politiche ed etniche siano superate e che la pace sia duratura, per il bene comune di tutti i cittadini che sognano di cominciare a costruire la Nazione".
Il golpe arriva dopo cinque giorni di dure proteste di migliaia di sudanesi davanti al quartier generale dell'esercito per chiedere che il presidente Omar Al Bashir lasci il potere dopo 30 anni. Anche stamane migliaia di manifestanti erano scesi ancora in strada per protestare contro il presidente. Appelli degli organizzatori a tutti gli abitanti di Khartoum ad accorrere in massa. "Chiediamo al nostro popolo di tutta la capitale e della regione circostante di recarsi immediatamente nell'area del sit-in e di non andarsene da lì fino alla nostra prossima comunicazione", ha detto l'Associazione dei professionisti sudanesi, che ha organizzato le proteste.
LA REGINA NUBIANA - Durante la protesta una ragazza sudanese è diventata il simbolo contro il regime del presidente Omar al-Bashir. Soprannominata 'Kandaka', che significa 'regina nubiana', è stata ripresa in un video pubblicato su Twitter mentre intona canti tradizionali che invocano il cambiamento nel suo paese.
LA PROTESTA - L'aumento del prezzo del pane e dei generi alimentari di base sono state le mosse che hanno spinto i sudanesi a sfogare un malcontento diffuso, che ha portato oggi alla fine del regime trentennale del presidente Omar al-Bashir.
IL PANE - Il 19 dicembre, per la prima volta, in centinaia scesero in strada ad Atbara e in altre cittadine per protestare contro il prezzo triplicato del pane. Manifestazioni anche per il ritorno in patria del principale leader dell'opposizione, ex premier Sadiq al-Mahdi, spodestato dal colpo di Stato di Bashir nel 1989
SCONTRI E VITTIME - La polizia cerca di disperdere le manifestazioni anti Bashir, e ci sono i primi scontri. Otto persone vengono uccise. Quindi l'esercito dispiega le truppe a Khartoum e in altre città per irportare la calma, mentre il presidente promette "reali riforme".
APPELLI COMUNITA' INTERNAZIONALE - Bashir comunque non molla, anzi risponde alla richiesta di un "nuovo regime" con il licenziamento del ministro della Salute, accusato per l'aumento dei prezzi delle medicine. Intanto arrivano le richieste della comunità internazionale al rispetto dei diritti dei manifestanti. La reazione di Bashir non si fa attendere e il 22 febbraio molti attivisti vengono arrestati. Il presidente dichiara lo stato di emergenza, scioglie i governi provinciale e federale e nomina esponenti dell'esercito e dell'intelligence governatori. E infine lascia i poteri di leader del national Congress Party (Ncp) al suo vice.
SIT-IN DAVANTI ALL'ESERCITO - Il 6 aprile la svolta, in migliaia scendono in piazza a Khartoum e arrivano fuori dal quartier generale delle forze armate cantando 'un esercito, un popolo'. Lì si accampano e il sit-in prosegue nonostante i tentativi della polizia di disperderli. Dopo tre giorni, gli agenti decidono di seguire la linea dell'esercito di non-intervento. Il sesto giorno Bashir si dimette, i membri del governo vengono arrestati e l'esercito annuncia la formazione di un consiglio militare di transizione.