Lunedì 20 Maggio 2024

Storia di “Brigida la sanguinaria”. Aguzzina nazista al servizio della Cia

Lo “Spiegel”: torturatrice nei lager, fu assunta dai servizi occidentali

Hildegarde Lächert, Brigida la sanguinaria (da il resto del carlino)

Hildegarde Lächert, Brigida la sanguinaria (da il resto del carlino)

Berlino, 7 settembre 2016 - ERA UN ottimo elemento, si legge negli archivi della Cia. E Hildegarde Lächert, bionda e formosa, fu arruolata dai servizi segreti per fronteggiare il nemico comunista nella Berlino ancora in rovina degli anni cinquanta, anche se era stata una feroce sorvegliante nei campi di sterminio nazisti. Gli americani la passarono poi nel 1956 ai colleghi del Bnd, l’appena nato servizio tedesco. Hildegarde, 36 anni all’epoca, era testé uscita dal carcere in Polonia, dove aveva scontato una condanna per crimini di guerra. Che importa, quel che conta è la professionalità e l’esperienza. I servizi Usa e tedeschi erano al corrente del passato di Hildegarde, che nel lager di Majdanek si era guadagnata il soprannome di “krwawa Bryida”, Brigida la sanguinaria. Gli agenti migliori erano i nazisti, che vennero reclutati sia dagli occidentali che dai russi, ex colleghi che si fronteggiavano nella “guerra delle ombre”. Il capo del Bnd era Reinhard Gehlen, che aveva comandato con il grado di “Majorgeneral” il controspionaggio del Terzo Reich sul fronte orientale. Nel luglio del 1944, Gehlen partecipò all’attentato fallito con Hitler. Gli altri congiurati, come von Stauffenberg, finirono sulla forca. Gehlen era troppo abile, e si tirò indietro in tempo. Pochi anni dopo, era ancora generale al servizio della Repubblica federale.   HILDEGARD, nata nel 1920 a Berlino, fu addestrata nel 1942 nel Lager di Ravensbrück, e quindi inviata a Majdanek, in Polonia, alla periferia di Lublino. La giovane sorvegliante si distinse subito per la sua brutalità, come testimoniarono i superstiti al processo: aizzò il suo cane lupo contro una donna incinta che venne sbranata, frustò un prigioniero con uno staffile d’acciaio «finché la vittima non ebbe più un aspetto umano», gettò due prigioniere greche nella fossa della latrina facendole annegare nelle feci. Nell’agosto del ’43 fu congedata perché incinta, ma dopo il parto tornò al lavoro ad Auschwitz. Infine fu trasferita nel “Durchgangslager” di Bolzano, il campo di passaggio da dove i prigionieri venivano spediti nei campi di sterminio. In Alto Adige la chiamavano “la tigre”. Dopo la sconfitta, toccò a lei essere internata. Nel 1947, i polacchi la condannarono a 15 anni, ma nel 1956 venne liberata in anticipo, tornò nella sua Berlino, e divenne una spia, grazie al suo curriculum. In prigione aveva imparato il polacco e il russo, poteva carpire i segreti dei sovietici. La Cia la incaricò di entrare in contatto con un agente polacco e di convincerlo a disertare. Gli americani rinunciarono presto a Brygida, ma solo «perché quando beveva troppo cominciava a chiacchierare». Si trasferì a Heidelberg, dove avrebbe lavorato come donna delle pulizie in un bordello. Nel 1975, nuovo processo. Brygida la sanguinaria finisce sul banco degli imputati a Düsseldorf, insieme con altre colleghe di Majdanek. Lo “Spiegel” dedicò un lungo servizio alle “donne belve” dei lager, ma l’attività di Hildegarde per il Bnd non venne scoperta. Infine, nel 1981, fu condannata a dodici anni per la partecipazione alla morte di 1196 internati. Una pena in realtà mite, perché grazie agli anni trascorsi in internamento e poi in carcere in Polonia, non scontò neppure un giorno. Probabilmente, sui giudici intervennero i servizi segreti: clemenza in cambio del silenzio della ex collaboratrice. La tigre del Lager morì nel 1995.    OGGI la rivelazione dello “Spiegel” su Brygida o Hildegarde al servizio della Cia provoca scandalo, forse perché si dimentica troppo in fretta. Reinhard Gehlen comandò il Bnd fino alla pensione nel 1968. Nei primi anni del dopoguerra il suo servizio aiutò i criminali di guerra nazisti a fuggire in Sud America, fornendo denaro e documenti falsi.