Lunedì 29 Aprile 2024

Libia, Renzi frena l'allarmismo: "Non siamo sotto attacco Isis. Saremo in grado di intervenire"

Il premier assicura: "Non ci sarà mezzo milione di sbarchi". Mogherini: "La diplomazia deve agire entro pochi giorni"

Roma nel mirino dell'Isis, L'immagine diffusa su twitter dai jihadisti (Ansa)

Roma nel mirino dell'Isis, L'immagine diffusa su twitter dai jihadisti (Ansa)

Roma, 22 febbraio 2015 - "Io dico no alle esagerazioni, non siamo sotto attacco e allo stesso tempo non possiamo sottovalutare niente". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenendo a 'in 1/2 ora' su Rai3, in merito alla situazione in Libia e ai pericoli per l'Italia in relazione al terrorismo. "Gli sbarchi di migranti connessi con la crisi libica non saranno mezzo milione - ha aggiunto - perché interverremo prima in modo diverso. È già accaduto uno sbarco pazzesco di persone: 170 mila. Un livello enorme, che ha battuto tutti i record. Non è accettabile. Abbiamo detto all'Europa che non deve fare lo struzzo con la testa sotto la sabbia. È un valore che un bambino sia salvato dalle acque: a chi dice lasciamoli affogare rispondo che non mi dimetterò mai dalla dimensione di uomo". Renzi ha poi invocato "una pressione maggiore non solo dei Paesi dell'area ma voglio portare l'interesse di tutta comunità internazionale. La Libia è prioritaria". 

"La minaccia terroristica non deriva da quelli che arrivano dai barcone - ha poi messo in guardia il premier - ma da chi sfrutta per fare soldi l'invio di barconi". Quanto ai rumors sulla sostituzione del diplomatico Onu Bernardino Leon in Libia con Prodi o D'Alema "Non è questo il punto - ha detto -: Bernardino Leon sta facendo tutto quello che gli è possibile. Ad agosto o settembre mi ha chiamato Ban Ki Moon - spiega Renzi - e ha sottolineato che per il passato coloniale dell'Italia in Libia sarebbe stato preferibile non un italiano a capo della missione Onu". Ma l'impegno dell'Italia è comunque di primo piano: "In Libia si sono fatte le elezioni il 24 giugno 2104. Per noi quelle elezioni sono valide. Parliamo con il governo di Tobruk. La nostra leadership in Libia può essere sia diplomatica che, un domani, sul peacekeeping". Infine un augurio: "Quella che si sta giocando è una grande battaglia per il futuro mondiale. In questa battaglia, vorrei che Putin e la Russia giocassero nella mia squadra". "Fin dall'inizio ho detto che era necessario riportare la Russia al tavolo internazionale. Per fare questo, però - ha concluso Renzi -, è necessario che la Russia lasci l'Ucraina".

In Libia la diplomazia deve agire "entro giorni, non settimane", ha detto l'Alto rappresentante della politica estera Ue. La situazione, ha detto Mogherini, è esplosiva, è veramente rischiosa e la diplomazia internazionale deve investire sul mediatore designato dall'Onu, Bernardino Leon. In una riunione a Washington con Kerry e con il ministro degli Esteri egiziano è stato deciso di dare tutto l'appoggio perché funzioni il suo mandato, ha detto Mogherini.