Martedì 15 Luglio 2025
NICOLETTA MAGNONI
Esteri

A Norimberga il memoriale sul processo

Il Memoriale inaugurato cinque anni fa racconta quell'anno di udienze

Il processo di Norimberga (Ansa)

Norimberga, 27 gennaio 2016 - Norimberga, spianata dello Zeppelin: qui, dove oggi i giovani tedeschi si ritrovano in grandi raduni rock, i giovani tedeschi di oltre settant’anni fa applaudivano esaltati i discorsi di Hitler, all’ombra di migliaia di bandiere con la svastica. Norimberga, palazzo di giustizia: qui, dove oggi i giudici emettono verdetti ordinari, esattamente settant’anni fa il mondo si fece giudice di un verdetto straordinario nel processo ai criminali nazisti, un processo alla storia. Nella diventata famosa Sala 600, gremita di giornalisti che volevano raccontare al mondo l’orrore, gerarchi, esecutori e teorizzatori del folle potere andarono alla sbarra. Alle loro spalle, la polizia militare Usa. Oltre un anno di udienze portò a dodici condanne a morte per impiccagione, tre ergastoli, quattro pene fra i 10 e i 20 anni, tre assoluzioni. Mesi e mesi di deposizioni e di immagini agghiaccianti. Fu l’inizio di quella che i manuali di storia definiscono denazificazione.

Sopra quella sala di giustizia, il Memoriale del processo, inaugurato cinque anni fa, racconta quell’anno di udienze, con un’abbondanza di documenti e di dettagli che affascina e atterrisce.  È un lungo percorso museale che parte dai crimini di guerra prima e dopo la Convenzione di Ginevra, passa e si sofferma sull’Olocausto, e si spinge fino alle aberrazioni moderne. Il processo di Norimberga segna il momento in cui il mondo codifica i crimini di guerra e li norma con un nuovo, anzi il primo autentico diritto internazionale. Nel museo, alcuni monitor permettono di seguire parti delle deposizioni dei nazisti processati. In quelle parole è racchiuso il senso di un’orgia del potere, contrapposta al lucido tentativo dei giudici di garantire una giustizia in punta di diritto e di non cedere alla tentazione di decisioni  sommarie. Il museo è stato realizzato dai figli e dai nipoti dell’era nazista, ed è a Norimberga proprio perché quella città medievale pressoché distrutta dai bombardamenti è il simbolo di un sonno della ragione e dell’umanità che ha  colpito un intero  popolo. Quel popolo, anche e non solo nel Memoriale sopra la Sala 600, fa i conti con la propria storia, senza giustificazioni e senza censure. Questo percorso museale è  una tappa della coscienza, da segnalare nel giorno della memoria.