Mosca, 11 dicembre 2023 – Dov’è e come sta Aleksei Navalny? Cresce l’ansia per la sorte dell’oppositore di Vladimir Putin, detenuto – almeno fino a pochi giorni fa – nella colonia penale numero 6 di Melekhovo. Oggi, ancora una volta, non è comparso all’udienza dell’ennesimo processo che lo vede imputato. Sono sei giorni che familiari, avvocati e collaboratori non hanno contatti con lui. Dallo scorso 6 dicembre i suoi legali non hanno il permesso di incontrarlo. Due settimane fa, durante un’altra udienza, Navalny si era sentito male e si era dovuto sedere in terra. Quella è l’ultima volta che i suoi l’hanno visto.
La struttura detentiva ha prima giustificato le ripetute assenze parlando di un problema di black out, che non avrebbe consentito il collegamento. Poi ha fatto trapelare la notizia del trasferimento. I funzionari del carcere hanno comunicato all’avvocato difensore che Navalny “non è più negli elenchi”, fa sapere la portavoce del leader Kira Yarmysh, ma “si rifiutano di dire dove è stato trasferito”.
Ad agosto Aleksei Navalny, che era già recluso, è stato condannato a 19 anni per “estremismo” politico. Vista l’accusa, è destinato a una prigione di massima sicurezza. I trasferimenti da una colonia penale all'altra in Russia spesso richiedono diverse settimane di viaggio in treno con tappe, durante le quali i parenti dei detenuti non vengono informati. Le colonie a "regime speciale" - a cui è destinato Navalny - sono gli istituti detentivi con le condizioni più dure del sistema carcerario russo e si trovano spesso in regioni molto isolate.
Dall’avvelenamento alla guerra in Ucraina
Da anni Navalny è l’unica voce dissidente in Russia. Nei suoi blog e social ha denunciato la corruzione ai massimi vertici della Federazione Russa, ha organizzato manifestazioni di protesta contro le leggi antidemocratiche di Putin, e ha raccolto consensi nonostante l’inesistenza di una libera informazione, arrivando quasi a scalzare il candidato filo-Cremlino nelle elezioni per il sindaco di Mosca nel 2013.
Nel 2020 ha rischiato la vita dopo un avvelenamento, che lui ha imputato ai servizi segreti russi. E’ stato curato in Germania ma al suo rientro in Russia nel gennaio 2021 è stato arrestato all’aeroporto di Mosca per aver violato i termini della libertà vigilata a cui era sottoposto dopo le accuse di frode formulate nel 2013. Dal carcere ha condotto una campagna contro l'invasione russa dell'Ucraina e ha tentato di mobilitare la società civile contro la guerra.
Secondo il suo braccio destro, Leonid Volkov, ora in esilio, Navalny è figura ancora scomoda per Putin soprattutto in vista delle elezioni presidenziali 2024. Non è casuale dunque che ‘scompaia’ proprio adesso, a pochi mesi dal voto.
L’ombra delle elezioni dietro la ‘scomparsa’
Navalny aveva appena lanciato la campagna di boicottaggio della candidatura della ‘zar’. "Russia senza Putin" lo slogan con cui invita i russi a votare tutti tranne l'attuale capo del Cremlino. "Putin vuole assicurarsi che la voce di Navalny non venga ascoltata", ha denunciato su X Volkov, "questo significa che tutti dovrebbero diventare la voce di Navalny".
Gli Usa chiedono il rilascio immediato
"Navalny non doveva essere proprio arrestato e comunque deve essere rilasciato subito”, commenta il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, in un briefing con la stampa a borde dell'Air Force One. L'ambasciata americana a Mosca sta lavorando per raccogliere più informazioni possibili.