Lunedì 6 Maggio 2024
FRANCESCO GHIDETTI
Esteri

Lo storico: Angela Merkel fa solo tattica. "Non ha la stoffa del vero leader"

Castronovo: quanti errori con i migranti. E nessun argine ai falchi

Angela Merkel, cancelliere tedesco (Ansa)

Angela Merkel, cancelliere tedesco (Ansa)

Bologna, 3 luglio 2018 - "Troppo tattica. No, non è e non sarà mai la leader dell’Europa. Se resterà al suo posto avrà bisogno di robuste stampelle. Accanto a sé non ha classe politica adeguata, a parte nella politica finanziaria. E poi la politica estera... che tragedia". Ad AngelaMerkel fischieranno le orecchie. L’analisi di Valerio Castronovo, storico, fresco autore de «L’anomalia italiana», gran conoscitore dei fatti d’Europa, è, come si diceva una volta, impietosa.

Professore, perché non le piace Frau Angela?

"Non è una questione di simpatia. Ma di dati di fatto. E poi teniamo conto di un particolare. Il suo esasperato tatticismo è sempre stato rimarcato nei discorsi pubblici sulla Ue e nelle cancellerie dei vari paesi europei".

Però la Merkel tamponava i falchi alla Wolfgang Schaeuble.

"Pensavate che fermasse i falchi. Che ammorbidisse. Si trattava di una diarchia tra lei il ministro delle finanze Schaeuble. Ma era solo tattica, anche qui. Forse addirittura un gioco delle parti".

Ma come: il presidente francese Emmanuel Macron aveva proprio in Angela il suo interlocutore privilegiato. E Macron, piaccia omeno, predicava Europa a ogni piè sospinto.

"Negli ultimi tempi Macron era approdato a una prospettiva di tipo comunitario. Una sorta di scatto in avanti della causa europeista: magari pensando a un riforma della governance e immaginando un Vecchio Continente più attento alla politica e non succube della finanza. Per non parlare della difesa, con l’idea della forza di intervento rapida. Ma davanti c’era la Merkel".

Che secondo lei non ha capito?

"Non ha capito o ha fatto finta. Berlino, anche per motivi strettamentelegati alla Costituzione tedesca, ha avuto remore per impegni troppo stringenti in politica dove ha sempre spinto per un modello intergovernativo, non certo di integrazione europea".

Insomma, al passo avanti, più o meno reale, di Macron Angela ha contrapposto il nulla.

"Non esageriamo. Diciamo che ha seguito un’altra politica. Piena di tatticismi e cautele".

Ma qual è il vero punto debole di Frau Angela?

"Nessun dubbio: i migranti. Come dimostra la polemica con il ministro dell’Interno Horst Seehofer. Risente di pulsioni interne che hanno già portato la destra dell’AfD a risultati impensabili".

Però si è ‘pentita’ delle politiche di austerità con Grecia, Italia ed Europa meridionale in generale.

"Me la potrei cavare con una battuta-proverbio: i buoi sono già scappati dalla stalla. Già all’inizio della crisi la Merkel poteva darsi da fare concretamente per evitare lacrime e sangue ad Atene. E invece è stata imposta una cura da cavallo con esiti non propriamente eccezionali. Che ora riconosca che si poteva fare di più mi pare poco per chi aspira alla leadership europea".

E poi c’è Donald Trump...

"Che vuole dividere l’Europa tanto che adesso si è spinto perfino a offrire all’Eliseo un patto commerciale privilegiato. Con la Merkel in palese difficoltà. Non sa come reagire. Non ha armi da contrapporre. Del resto è ambivalente pure con Vladimir Putin e la Russia".

Lei insinua che Angela non ha uno sguardo globale.

"Mi pare sia la realtà. Non insinuo. Ma a forza di fare la politica del ‘un passo alla volta’ si perde con lungimiranza lo scenario politico mondiale".