Omicidio dell’ambasciatore Luca Attanasio, condannati all’ergastolo i sei imputati

Il diplomatico era stato ucciso insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista congolese in un’imboscata a febbraio del 2021. Il padre: “Noi aspettiamo ancora la verità”

Kinshasa, 7 aprile 2023 – Sei ergastoli. Questa la condanna emessa da un tribunale militare a Kinshasa per l'omicidio dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell'autista Mustapha Milambo nel febbraio 2021, nell'Est della Repubblica Democratica del Congo.

Per gli imputati – cinque presenti in aula, mentre il capobanda è ancora latitante – la procura militare aveva chiesto la pena di morte, anche se da 20 anni nel Paese vige una moratoria di fatto che vede commutare le sentenze capitali in ergastolo. La difesa, invece, aveva chiesto un'assoluzione per non aver commesso il fatto o almeno per dubbi sulla responsabilità degli accusati. Arrestati nel gennaio dell'anno scorso, dopo iniziali ammissioni, gli imputati si erano poi dichiarati innocenti sostenendo di essere stati spinti a confessare con la violenza, circostanza negata dall'accusa. L'Italia, quale parte civile e Paese fortemente contrario alle esecuzioni, aveva chiesto che venisse inflitta direttamente una giusta pena detentiva. La sentenza è appellabile e la difesa ha già fatto saper che farà ricorso.

Il 43enne diplomatico, insieme al militare dell'Arma e all'autista congolese, era stato ucciso in un'imboscata tesa da criminali a un convoglio del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) con cui viaggiava nella provincia di Kivu Nord, area ad alto rischio da tre decenni per la presenza di decine di milizie. Secondo la procura, i sei imputati sono componenti di una “banda criminale” dedita alle rapine di strada che voleva rapire l'ambasciatore a scopo di riscatto.

Il padre: “Noi aspettiamo ancora la verità”

Chi non crede a all’idea di un tentativo di rapimento è però il padre dell’ambasciatore. “Noi aspettiamo ancora la verità”, dice all’Ansa Salvatore Attanasio, il quale spera che il processo che si aprirà in Italia il prossimo 25 maggio nei confronti di due funzionari del Pam possa far emergere un’altra storia. “Penso che l'Italia debba pretendere la verità perché Luca era il suo ambasciatore”, aggiunge.