Lunedì 20 Maggio 2024
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Le mosse di Zelensky: "La vittoria dell’Ucraina dipende dall’Occidente. Piano di pace in primavera"

Il leader di Kiev: dall’inizio delle ostilità 31mila caduti. Pressing sugli alleati per le armi "La presidente Meloni è dalla nostra parte, ma in Italia ci sono troppi sostenitori di Putin" .

Le mosse di Zelensky: "La vittoria dell’Ucraina dipende dall’Occidente. Piano di pace in primavera"

Le mosse di Zelensky: "La vittoria dell’Ucraina dipende dall’Occidente. Piano di pace in primavera"

Kiev chiama Occidente: per vincere la guerra abbiamo bisogno anche di voi. Termina questo fine settimana dedicato al secondo anniversario della guerra. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, pensa ancora che il conflitto possa essere vinto, ma non nasconde che il suo Paese stIa vivendo l’ora più buia. "È il momento più difficile per la nostra unità – ha dichiaro Zelensky durante la conferenza stampa Ucraina 2024 – e se lasciamo andare, dall’esterno e Dio non voglia dall’interno, allora questo diventerà il momento di maggiore debolezza". L’unica soluzione per il Paese, insomma, è vincere la guerra. "L’Ucraina non ha alternative – spiega il presidente, lasciando intendere che non ha intenzione di negoziare con Putin nemmeno adesso che il Paese è a corto di munizioni –. Si può parlare con un sordo? Si può parlare con un uomo che uccide i suoi oppositori? Proporremo una piattaforma in cui Putin possa accettare di aver perso questa guerra e che è stato un errore enorme e una tragedia per noi e per il mondo democratico".

Parole di elogio sono state dedicate alla premier, Giorgia Meloni. Ma Zelensky ha voluto ricordare anche quanto l’Italia sia nel mirino della Russia e a quali conseguenze tutto questo possa portare. "Meloni è dalla nostra parte, e sono molto grato alla vostra premier e sono felice dell’accordo che abbiamo siglato ieri, ma ci sono molti pro-Putin in Italia, e prima di tutto dovreste cancellare loro i visti. Anche questa è un’arma". Alla Conferenza in sostegno all’Ucraina che si tiene oggi a Parigi, all’Eliseo, l’Italia sarà rappresentata dal viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli.

Il presidente Zelensky ne ha approfittato anche per dare un po’ di numeri e fare un bilancio di questi 24 mesi di conflitto, portando, per quanto possibile, acqua al suo mulino e facendo pressione perché gli aiuti degli alleati non si fermino. Il numero uno di Kiev ha voluto dare la sua versione sul perché la controffensiva ha prodotto risultati molto meno brillanti del previsto. Secondo Zelensky i russi erano a conoscenza dei piani. Questo avrebbe reso l’azione di Kiev molto meno efficace e costretto gli altri graduati dell’esercito a cambiare strategia sul campo di battaglia a causa delle ‘fughe di informazioni’. Le perdite ucraine al fronte sono state circa 31mila, contro le 180mila russe, a cui va aggiunto un importante numero di feriti sempre in campo russo, che però il presidente non ha voluto rendere noto. I crimini di guerra russi documentati sono oltre 120mila. Top secret anche i dettagli sulle armi a lungo raggio. "Non voglio parlarne in dettaglio – ha spiegato Zelensky – ma lavoriamo da lungo tempo sulle armi a lungo raggio e per dare una risposta generica, ho uno stato d’animo positivo dalle recenti risposte dei nostri partner riguardo a queste armi".

Il prossimo appuntamento diplomatico dovrebbe essere in primavera, quando in Svizzera potrebbe essere organizzato un vertice di pace per preparare con i leader internazionali un piano da presentare alla Russia. Se Mosca dovesse accettare le condizioni contenute, allora nei vertici successivi potrebbe esserci un coinvolgimento anche degli emissari del Cremlino.

Ma il testo si baserà sulla "formula di pace" di Kiev che vede come cardine il ritiro completo della Russia dai territori occupati e il ripristino dei confini del 1991. Condizioni inaccettabili per la Russia, che nel frattempo bombarda – 263 attacchi in 24 ore su Zaporizhzhia –, si arma e ignora le critiche occidentali per la morte di Alexei Navalny.

Non è mancata una solenne tirata di orecchie agli alleati. Secondo il ministro della Difesa, Rustem Umerov, metà degli aiuti arriva in ritardo. "Le promesse non significano la consegna. Il 50% di quanto promesso non arriva in tempo. Così si perdono uomini e territorio".